sábado, 17 de outubro de 2015

RICHIESTE E PROMESSE DI GESU’ fatte alla Beata Alexandrina Maria da Costa messaggera dell’Eucaristia


VITA DELLA BEATA
ALEXANDRINA MARIA DA COSTA
( 30 marzo 1904 – 13 ottobre 1955 )  
Beatificazione celebrata a Roma - Domenica 25 aprile 2004
Ci sono Santi la cui esistenza terrena si svolge nella normalità più assoluta. Altri invece ricevono doni speciali, come visioni celesti, estasi, facoltà introspettive, intuizioni profetiche, doni di guarigione. E ce ne sono alcuni chiamati a una intensa imitazione di Gesù e ricevono il dono di assomigliargli anche nelle sofferenze fisiche. Allora sul loro corpo appaiono le stigmate, e con una certa frequenza, in particolari circostanze, come il Venerdì, la Quaresima, la Settimana Santa. Queste persone rivivono in forma mistica, ma con effetti fisici reali, le varie fasi della passione di Cristo, cioè la flagellazione, l’incoronazione di spine, la crocifissione. Si tratta di una fenomenologia che ha sempre suscitato perplessità. Però la canonizzazione di Padre Pio che, con le stigmate e altri carismi, è stato un esempio eclatante di questa fenomenologia, ha portato un nuovo modo di giudicarla e di valutare le persone in cui si manifesta.
Tra queste persone c’è una donna portoghese, morta nel 1955, quando aveva 51 anni, che gode fama di grande santità. Il suo nome è Alexandrina Maria da Costa e visse a Balasar, piccolo centro non molto lontano da Fatima. Da un punto di vista carismatico, la sua esistenza terrena ha molte assomiglianze con quella di Padre Pio. Alexandrina non aveva le stigmate visibili, ma per trent’anni rimase immobilizzata a letto, e quel letto fu per lei una autentica croce. Spesso riviveva la passione di Cristo, in una forma così impressionante da spaventare tremendamente chi vi assisteva. Aveva colloqui quotidiani con Gesù, con la Madonna e anche lei, come Padre Pio, veniva picchiata a sangue da Satana e dagli spiriti del Male.

Nata a Balasar il 30 marzo 1904, era figlia di una ragazza madre. Crebbe in grandi difficoltà economiche e, data la situazione, anche psicologiche. Ma aveva un carattere aperto, vivace, ottimista. Ebbe dalla madre una educazione religiosa seria e profonda. Frequentò la scuola solo per un anno e mezzo, senza dare alcun esame. A otto anni cominciò a lavorare sotto padrone. A 12 anni fu colpita da una gravissima malattia e rischiò di morire. A 14 era già una signorina, e la sua persona, fine e delicata, emanava un forte fascino. Si invaghì di lei un giovanotto che, insieme ad altri due amici, entrò con la forza nella sua casa per violentarla. Ma la ragazza, per salvare la propria purezza, si gettò dalla finestra, riportando gravi conseguenze alla colonna vertebrale. Per sette anni fu curata inutilmente e poi finì a letto, paralizzata.

All’inizio fece di tutto per guarire. Pregava chiedendo a Dio la grazia della salute, ma quando si rese conto che quella era la sua missione, cioè la sofferenza, accettò volentieri il calvario e lo visse con il sorriso sulle labbra fino alla morte.

La causa di beatificazione di Alexandrina, iniziata nel 1967, si è conclusa il 25 aprile 2004, con la proclamazione a “Beata” da parte del Papa Giovanni Paolo II.


Postulatore della Causa di beatificazione è stato

il salesiano Padre Pasquale Liberatore

al quale abbiamo rivolte alcune domande

Padre Pasquale, qual è, secondo lei, la caratteristica più propria della spiritualità di Alexandrina?

“Mi piace che mi ponga questa domanda. E’ come voler andare subito al cuore di questa esistenza benedetta: Alexandrina è una “crocifissa”. A 21 anni si è messa a letto e ci è rimasta per 30 anni, ininterrottamente fino alla morte. Dall’ottobre 1938 al marzo 1942, e cioè per tre anni e mezzo visse, anche visibilmente, la Passione di Cristo. Il fenomeno, che si ripeté ogni settimana per 182 volte, durava dal giovedì al venerdì”.

Può descriverlo?

“Alexandrina entrava in uno stato di estasi e in quella condizione “riviveva” le varie fasi della Passione di Cristo, così come sono raccontate nei Vangeli. Le sue sofferenze fisiche si acuivano già il giorno prima, giovedì, e crescevano durante tutta la notte e il mattino seguente, raggiungendo il loro culmine nelle tre ore del venerdì, dalle 12 alle 15. Esistono diverse testimonianze scritte di persone che hanno assistito a quell’evento. Ci sono anche dei filmati e parecchie fotografie (cfr. fotografie a lato).
A mezzogiorno Alexandrina scendeva dal letto. Non si sa come facesse, perché vi giaceva immobilizzata dal 1925. Ma nel periodo in cui “riviveva” la passione essa si muoveva come se la paralisi non esistesse. Scesa dal letto, si prostrava sul pavimento, con le braccia stese lungo i fianchi e restava a lungo in quella posizione assorta in preghiera, come Gesù nell’orto del Getsemani. L'agonia nell'orto era lunga e penosa. Alexandrina emetteva gemiti profondi e la si sentiva singhiozzare. Seguivano, sempre in forma di “rappresentazione”, come in un film, tutte le altre fasi della “Passione di Gesù”: la cattura da parte dei soldati romani, il processo davanti a Pilato, la flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio al Calvario e la crocifissione. Alexandrina soffriva realmente e in modo crudele. I presenti, sacerdoti, laici e anche medici, seguivano preoccupati. Alexandrina, pallida, terrea in volto, sudava e i suoi capelli si impastavano sulla testa. Al termine del fenomeno, il suo corpo era pieno di lividi, ecchimosi, ammaccature. I medici approfittavano per fare degli esperimenti. La pungevano con degli spilli, sotto le unghie, vicino agli occhi, e lei non sentiva niente.
Nella “rappresentazione” del viaggio al Calvario con la croce sulle spalle si verificavano sempre anche le tre cadute indicate dai Vangeli. Alexandrina restava a terra, come schiacciata dal peso della croce. Una volta un medico tentò di risollevarla e si accorse che era pesantissima. Chiese aiuto ai colleghi presenti, ma anche in due, in tre non riuscirono a sollevarla di un millimetro. Alexandrina era come incollata al pavimento. Finita l’estasi, diventava leggera: in quel periodo il peso del suo corpo era di appena 34 chili”. “Il fenomeno del “rivivere” la Passione di Cristo durò fino al 27 marzo 1942.
Poi iniziò l’altro grande fenomeno, quello del digiuno totale”.

Cioè?

“Per 13 anni e sette mesi Alexandrina non assunse nessun tipo di cibo o di bevanda. Si nutriva solo con l’Eucaristia che le veniva portata dal parroco tutte le mattine. Gesù le aveva detto: “Non ti alimenterai mai più sulla terra. Il tuo alimento è la mia carne: il tuo sangue, il mio sangue. Grande è il miracolo della tua vita”. Alexandrina sentiva in modo fortissimo gli stimoli della fame e della sete, ma se prendeva anche solo un goccia d’acqua veniva presa da dolorosi conati di vomito”.

Che cosa dicevano i medici del tempo?

“Il fenomeno incuriosiva tremendamente la scienza medica. Nessun medico credeva che potesse verificarsi un fatto del genere. Poiché i fedeli gridavano al miracolo, i medici, che in quel periodo erano quasi tutti atei dichiarati, volevano dimostrare che era tutto un imbroglio e riuscirono a convincere Alexandrina a sottoporsi a un controllo scientifico in ambiente ospedaliero. Alexandrina accettò ponendo però una condizione: poter ricevere tutte le mattine la Comunione. Nel giugno del 1943, l’ammalata venne condotta all’ospedale di Foce del Douro, vicino ad Oporto, e affidata alle cure del professor Gomes de Araujo, della Reale Accademia di Medicina di Madrid, specialista in malattie nervose e artritiche. Qui vi rimase per 40 giorni, isolata da tutti, sotto stretto controllo di collaboratori del celebre medico, che la sorvegliavano giorno e notte. Dovettero alla fine concludere che si trovavano di fronte a un fatto assolutamente inspiegabile”.

“Alle sofferenze della “passione” e del digiuno, si devono aggiungere le vessazioni diaboliche e le incomprensioni umane. Il demonio la disturbò in tutti i sensi, con tentazioni contro la fede e assalendo il suo corpo, gettandola dal letto e procurandole ferite. Né minore fu la sofferenza derivante dall’incomprensione umana. E non parlo solo di quella, scontata, di chi agiva per pregiudizio, ma anche di quella proveniente dagli uomini di Chiesa che, pur con retta intenzione, accrebbero la sua crocifissione. Insomma, fu una crocefissa per tutto il corso della sua esistenza”.

Tutte queste sofferenze avevano certamente uno scopo particolare, una missione specifica.

“La missione di Alexandrina è stata quella di scuotere il mondo sugli effetti del peccato, invitare alla conversione, offrire una testimonianza di vivissima partecipazione alla Passione di Cristo e quindi di contributo alla redenzione dell’umanità. “Voleva chiudere l’inferno” è il titolo di un libro di Don Pasquale Umberto, suo direttore spirituale. Quel titolo riassume la missione di Alexandrina. Durante un’estasi fu sentita dire: “O Gesù, chiudete le porte dell’inferno! Collocatemi come sbarra su quelle soglie affinché più nessuno si perda! Lasciatemi colà sino alla fine del mondo, fino a che vi sono peccatori da salvare”.

“Sulla sua tomba, Alexandrina ha voluto che fosse scritto: “Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano. Ma non peccate più; non offendete più il nostro Gesù! Peccatori, vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non basterebbe questo grande cimitero. Convertitevi. Non offendete Gesù! Non vogliate perderlo per tutta l’eternità! Egli è tanto buono. Basta col peccato. Amate Gesù; amatelo!”. Una missione dunque da grande mediatrice: caricarsi dei peccati dell’umanità ed espiarli ai fini della salvezza”.

Pensa che una simile missione sia valida anche nel nostro tempo?
Quale interesse può suscitare nell’uomo di oggi?

“Quando la santità è autentica il messaggio che ne promana va oltre il tempo, è sempre attuale. Alexandrina scuote l’uomo di oggi per la sua carica profetica. Si impone l’analogia con Padre Pio, espressione viva anch’egli del Crocefisso. La sua recente Canonizzazione ha interessato milioni di persone. Chi direbbe che vite di questo genere (si tratta di due contemporanei) non abbiano presa sull’uomo di oggi? Chi conosce Alexandrina ne rimane affascinato. Ricevo lettere da tutto il mondo con richiesta di immagini e reliquie. Molti scrivono per segnalare grazie ottenute per intercessione di Alexandrina. La sua tomba (che si trova oggi nella Chiesa parrocchiale di Balasar) è meta di continui pellegrinaggi. Un flusso di circa 30 mila persone ogni mese”.

Renzo Allegri



Dal libro

SOTTO IL CIELO DI BALASAR

di Padre UMBERTO M. PASQUALE

POSTULAZIONE SALESIANA

ROMA


A Fatima la Madonna aveva detto nel 1917: Gesù vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.  E fu proprio Gesù ad agire in questo senso, scegliendo un altro strumento per la realizzazione del suo Piano Divino: la nuova Beata Alexandrina Maria da Costa di Balasar, diocesi di Braga (Portogallo).
Dopo dieci anni di malattia che l'aveva costretta sempre a letto e che ella aveva offerto per la conversione dei peccatori e per la riparazione eucaristica, il 30 luglio 1935 Gesù le parlò e le manifestò i suoi desideri. Ecco il resoconto che Alexandrina diede al suo direttore spirituale Padre Mariano Pinho.
"Dopo la Comunione sentii una grande unione con Gesù.  Qualche momento dopo udii che mi chiamava dicendomi: «Mia figlia, Mia cara regina, ti ho elevata a sposa del Re Sacramentato.  Continua la tua breve missione.  Finché vivi prega per i ciechi, per i poveri peccatori.  Ne hai ancora molti da condurre sui Miei sentieri.  Io sono il Cammino, la Verità e la Vita.  Conducili perché Io sia amato. Non lasciarmi solo nei Miei Tabernacoli, neppure un momento.  Io aspetto anime che Mi amino come tu Mi ami, ma non ne ho.  Sono tanto dimenticato!  Anzi, sono tanto offeso!  Abbi pietà del tuo Gesù.  Guarisci con la tua riparazione questa lebbra tanto contaminatrice.  Scrivi al tuo Padre Spirituale che, in prova dell'amore che hai verso la Mia Madre Santissima, voglio che si faccia ogni anno un Atto di Consacrazione del mondo intero in uno dei giorni da te scelti (Assunzione, Candelora, Annunciazione) chiedendo a questa Vergine senza macchia di peccato di confondere gli impuri, affinché cambino strada e non Mi offendano. Come ho chiesto a Santa Margherita Maria Alacoque che il mondo sia consacrato al Mio Divin Cuore, così chiedo a te che sia consacrato a Lei con una festa solenne»...
Rileggendo questo stupendo messaggio, possiamo notare come, fin dalle prime parole, Gesù si rivolse ad Alexandrina chiamandola "regina e sposa del Re Sacramentato" equindi sua sposa e regina.  In realtà, però, questi titoli spetterebbero solo a Maria Santissima.  Se Gesù li rivolge ad Alexandrina è perché “vede” sua Madre in lei.  Questa è la potenza della Consacrazione vissuta.  Alexandrina amava Maria al punto da essersi spiritualmente identificata con Lei, e questo, come vedremo successivamente, è il significato più profondo della Consacrazione: trasformarsi in Colui a cui ci consacriamo!  Ma era proprio Gesù a parlare in quel modo ad Alexandrina?
Che l'iniziativa sia partita da Gesù ce lo provano due lettere di Monsignor Vilar, Rettore del Seminario portoghese a Roma, alla stessa Alexandrina: "Nella prima visita al Santo Padre esporrò i desideri del Signore... Speravo di poterle dare notizie sulla Consacrazione richiesta da Gesù con tanta insistenza, ma sfortunatamente non so ancora nulla". Quando, nel 1935, Padre Mariano Pinho ricevette il suddetto resoconto di Alexandrina, si chiuse in un certo riserbo. Egli stava ancora studiando diligentemente quell'anima che il Signore gli aveva affidata e non si decideva a rendere pubbliche quelle esperienze mistiche. Alexandrina allora, da quel giorno, come si legge nei suoi scritti, alla sua preghiera di offerta a Gesù aggiunse anche l'offerta di tutta se stessa come vittima di espiazione, con le parole: "Mi offro vittima per la Consacrazione del Mondo al Cuore Immacolato di Maria".  L'anno che seguì fu, per la giovane, fonte di grandi sofferenze spirituali.
Intanto, nel maggio 1936 l'Episcopato Portoghese, riunito a Fatima, fece voto di ritornarvi in assemblea plenaria se il Paese fosse stato liberato dal pericolo comunista così prossimo: la rivoluzione comunista della Spagna avrebbe potuto infiltrarsi facilmente in Portogallo. Agli esercizi spirituali che si tennero per i Vescovi predicò proprio Padre Pinho, che ne approfittò per accennare, anche se molto lontanamente, alla convenienza di chiedere al Santo Padre la Consacrazione del Mondo al Cuore Immacolato di Maria.  Avutone un assenso generale e la promessa che l'Episcopato avrebbe fatto, a sua volta, uguale domanda a Roma, egli stesso stilò il documento in lingua latina: documento però che sarà mandato alla Santa Sede solo nel 1938.
Il parere favorevole dei Vescovi servì a Padre Pinho anche per fugare ogni esitazione e dubbio sul caso della sua figlia spirituale.  Un'altra conferma gli venne da una lettera di Alexandrina datata il giorno 10 settembre di quell'anno, dove si leggono queste parole di Gesù: «Dì al tuo Direttore che questo flagello [la guerra civile spagnola] è un castigo, è l'ira di Dio.  Castigo per richiamare: voglio salvare tutti!  Sono morto per tutti.  Non voglio essere offeso e lo sono tanto; nella Spagna e in tutto il mondo. E’ grande il pericolo che si estendano ovunque questi atti di barbarie.  E ora ti dirò come sarà fatta la Consacrazione del mondo alla Madre degli uomini e Madre Mia Santissima: prima a Roma dal Santo Padre, poi dai Sacerdoti in tutte le Chiese; sarà invocata come Regina del Cielo e della terra, Signora della vittoria. Se il mondo si convertirà e cambierà strada, Ella regnerà e, per mezzo Suo, si otterrà la vittoria».
Ora, con il senno di poi, possiamo affermare che i desideri di Gesù non sono stati realizzati e le conseguenze del nostro peccato furono così disastrose che nessun uomo potrà dimenticare gli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Intanto, Deolinda, sorella di Alexandrina, si recò a Braga a consegnare di persona la lettera, con il testo di Gesù, a Padre Mariano Pinho, il quale fece una smorfia che turbò assai la poveretta.  Poi, decise di mettersi in viaggio con Deolinda per Balasar.  Parlò a lungo con Alexandrina e ripartì lasciando le due sorelle nella tranquillità.  Il giorno dopo, 11 settembre 1936, scrisse una petizione al Cardinale Pacelli, allora Segretario di Stato, (futuro Papa Pio XII), per la Consacrazione del mondo.  Il 31 maggio 1937, la Santa Sede incaricò Padre Antonio Durao S.J. di recarsi a Balasar per esaminare il "caso della Consacrazione del mondo" e interrogare l'ammalata.
All'ottima relazione dell'esaminatore, il Provinciale dei Gesuiti aggiunse una postilla in cui diceva: "Non si può dubitare della sincerità e della virtù della ragazza.  Ma poiché non presenta nessun segno col quale si possa esternamente provare l'origine divina di quelle locuzioni che la medesima afferma di avere, rimane sempre la possibilità di qualche illusione".
Il Signore accettò la sfida.
Nell'ottobre 1938 diede ad Alexandrina le sofferenze della Sua Passione, visibilissime dai presenti.  Gesù disse alla veggente: «E' questo  il segno che io dò perché il Santo Padre creda essere Mia Volontà che si consacri il mondo al Cuore Immacolato della Madre Mia»Il fenomeno, impressionantissimo, iniziò il 3 ottobre 1938 e si ripeté tutti i Venerdì. Il 13 gennaio 1939, alla presenza di un secondo esaminatore, Monsignor Vilar, incaricato dalla Santa Sede, Gesù fece udire la Sua voce attraverso le labbra di Alexandrina:  «Vogliono prove? Eccole. E sono ormai tante. Tu soffrirai questo fino a che il Santo Padre consacrerà il mondo alla Madre Mia benedetta!».
Il 20 gennaio 1939 Gesù disse ancora ad Alexandrina: «Il mondo è sospeso ad un filo fragilissimo.  Il Santo Padre si decida a consacrarlo alla Vergine o verrà il castigo. L'Immacolata ha la medicina per tutto.  Ma fino a che non avverrà la Consacrazione, crocefiggerò la Mia Alexandrina».  Anche questo particolare si è avverato.  La Beata ebbe la passione esterna (quindi segno tangibile della volontà di Gesù) fino al 27 marzo 1942, pochi mesi prima del giorno in cui il Papa decise la Consacrazione. Intanto, però, era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale!!!
Il 20 marzo 1939, poco dopo l’elezione del nuovo Pontefice, Pio XII, Gesù disse ad Alexandrina: «Sarà questo Papa che consacrerà il mondo al Cuore della Mia Madre benedetta».
Intanto, anche Suor Lucia di Fatima, su invito del Cielo, faceva pressioni affinché il Papa consacrasse la Russia al Cuore Immacolato di Maria e il 2 dicembre 1940 scrisse una lettera a Pio XII in cui si legge: “… in varie comunicazioni intime, nostro Signore non ha tralasciato d’insistere in questa richiesta, promettendo ultimamente, se la Santità Vostra si degnerà di fare la Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, con menzione speciale della Russia, e di ordinare che in unione con la Santità Vostra facciano detta Consacrazione tutti i Vescovi del mondo, di abbreviare i giorni della tribolazione con cui ha stabilito di punire le Nazioni per i loro delitti, con la guerra, la fame e le varie persecuzioni alla Chiesa e alla Santità Vostra. Mi dispiace veramente, Santissimo Padre, per le sofferenze della Santità Vostra!  E, per quanto mi è possibile, con le mie povere orazioni e sacrifici, cerco di diminuirle vicino al nostro buon Dio e all’Immacolato Cuore di Maria…”
Nel succitato brano della lettera di Lucia sono dette chiaramente le condizioni dettate dal Cielo per la Consacrazione e la conseguente conversione della Russia: la Chiesa nel suo insieme, e cioè il Papa e tutti i Vescovi (evidentemente i fedeli con i loro Vescovi) devono consacrare la Russia!
Nel 1942, finalmente, parlando con esultanza ad Alexandrina da Costa, Gesù preannunciò: «Il cuore del Papa, cuore d’oro, ha deciso di consacrare il mondo al Cuore di Maria! … Che fortuna, che gioia per il mondo di essere consacrato, di appartenere come mai prima alla Madre di Gesù; apparterrà tutto al Cuore di Maria» (22 maggio 1942).
Alcuni giorni dopo, Gesù disse ancora: «Ave Maria, Madre di Gesù! Onore, gloria e trionfo al Suo Cuore Immacolato! Ave Maria, Madre dell’universo! Chi non vorrà appartenere alla Madre di Gesù, Signora della vittoria? Il mondo sarà consacrato al Suo Cuore Santissimo!». Questo avvenne nell’ottobre seguente. Aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, nel 25° anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima, il 31 ottobre 1942, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria: A Voi, al Vostro Cuore Immacolato, noi, in quest’ora tragica della storia umana, affidiamo, rimettiamo, consacriamo non solo la Santa Chiesa … ma anche tutto il mondo straziato da feroci discordie…” (Consacrazione fatta a Roma in lingua portoghese, via radio).
Quando Alexandrina seppe, da Padre Mariano Pinho, che Suor Lucia, il 2 dicembre 1940, aveva fatto al Santo Padre la stessa richiesta di Consacrazione, ne gioì ed affermò:“Sono contenta!  Così non ci sarà più bisogno di fare il mio nome in questo argomento”. Ma più che il riconoscimento delle creature (che comunque non mancò e non manca tuttora) vale quello di Dio.  Gesù, infatti, il 1° ottobre 1954 dirà ad Alexandrina: «Come per mezzo tuo fu consacrato il mondo alla Mia Madre benedetta, fa’, sposa amata, che si accenda in tutti i cuori l’amore ai nostri Cuori».
Un anno dopo, Alexandrina, che aveva santamente concluso la sua missione terrena, fu accolta trionfalmente in Cielo, ma sulla terra sarà sempre ricordata come la serva del Signore che, manifestandoci la Volontà di Dio, contribuì in modo determinante alla Consacrazione del Mondo al Cuore Immacolato di Maria. Quindi, attribuire tale Consacrazione a Fatima, pur riconoscendole un’influenza non indifferente, perché a Fatima avvenne la grande rivelazione del Cuore di Maria, è travisare la storia.
Lo ha confermato un colloquio avuto da Padre Umberto M. Pasquale con la veggente Suor Lucia il 5 agosto 1978 nel Carmelo di Coimbra.  Alla domanda: “Qualche volta la Madonna le ha chiesto la Consacrazione del mondo al Suo Cuore Immacolato?”. Suor Lucia ha risposto: “No, no, Padre, mai!  Nel 1917, a Fatima, ci ha detto: «Ritornerò achiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la pratica dei primi sabati».  Nel 1929 a Tuy riapparve per dirmi: «E’ giunto il tempo di chiedere al SantoPadre la Consacrazione di quella nazione per evitare le guerre e la persecuzione alla Chiesa»
(Bibliografia: Umberto M. Pasquale, Sotto il cielo di Balasar, Postulazione Salesiana, Roma )

RICHIESTE E PROMESSE DI GESU’
fatte alla Beata Alexandrina Maria da Costa
messaggera dell’Eucaristia
Promessa fatta il 25 febbraio 1949


Figlia mia, fà che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia.
Fa sapere in mio nome che:
A quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi e passeranno un’ora di Adorazione davanti al mio Tabernacolo in intima unione con me, prometto il Cielo.
Di’ che onorino attraverso l’Eucaristia le mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della mia Sacra Spalla, così poco ricordata.
Chi al ricordo delle mie Piaghe unirà quello dei dolori della mia Madre benedetta e per loro ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con me la mia Santissima Madre per difenderli.
(25 febbraio 1949)
Parla dell’Eucaristia, che è prova di amore infinito, che è l’alimento delle anime.
Di’ alle anime che mi amano, che vivano unite a me durante il loro lavoro; nelle loro case, sia di giorno che di notte, si inginocchino spesso in spirito, e a capo chino dicano:
Gesù, ti adoro in ogni luogo dove abiti Sacramentato, ti faccio compagnia per coloro  che ti disprezzano, ti amo per coloro che non ti amano, ti do’ sollievo per coloro che ti offendono. Gesù, vieni nel mio cuore!
Questi momenti saranno per me di grande gioia e consolazione. Quali crimini si commettono contro di me nella Eucaristia!
“Venga ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli, perché per giorni e giorni  le anime non mi visitano, non mi amano, non riparano… Non credono che io abito là”:
“Voglio che si accenda nelle anime la devozione verso queste prigioni d’Amore… Sono tanti coloro che, pur entrando nelle Chiese, neppure mi salutano e non si soffermano un momento ad adorarmi”.
“Lontano dal Cielo, lontano da Gesù sono tutti coloro che sono lontani dal Tabernacolo… Oh, se fosse ben compreso il Tabernacolo! Il Tabernacolo è la vita, è l’amore, è la gioia, è la pace. Il Tabernacolo è luogo di dolore, di offese, di sofferenza: il Tabernacolo è disprezzato; il Gesù del Tabernacolo non è compreso”.
“Io vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli, per non lasciarvi accadere tanti e tanti crimini!”
“Mi chiedano tutto quanto vogliono stando alla mia presenza, davanti al Tabernacolo: è da lì che viene il rimedio per tutti i mali”.
Alexandrina, vivendo gli ultimi tredici anni di vita di sola Eucaristia, senza alimentarsi più, Gesù le spiegò il motivo:
“Faccio in modo che tu viva solo di me per mostrare al mondo il valore dell’Eucaristia, e ciò che è la mia vita per le anime… Parla alle anime, figlia mia, parla loro del Rosario e dell’Eucaristia! Il Rosario! Il Rosario! Il Rosario! L’Eucaristia, il mio Corpo e il mio Sangue!”  
a cura di GIORGIO NICOLINI
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BIENHEUREUSE ALEXANDRINA MARIA DA COSTA :1 La vie d'Alexandrina — 2 La consécration du monde à Marie — 3 Portrait d'Alexandrina 4 La vie spirituelle d'Alexandrina — 5 L'âme victime — 6 Marie 7 Conclusion


BIENHEUREUSEALEXANDRINA MARIA DA COSTAlaïque et mystique(1904-1955)
par
Paulette Leblanc

SOMMAIRE

ANNEXES
Annexe 1 — Annexe 2 — Annexe 3 — Annexe 4 — Annexe 5
INTRODUCTION

Alexandrina Maria da Costa de Balasar est une mystique portugaise, béatifiée le 25 avril 2004 par le pape Jean-Paul II. La Consécration du monde au Coeur Immaculé de Marie, consécration, faite par Pie XII en 1942, est son œuvre.
Alexandrina fut béatifiée le 25 avril 2004 par le pape Jean-Paul II  
Nous avons la chance de connaître de nombreux détails de la vie spirituelle d'Alexandrina Maria da Costa de Balasar. Ses directeurs spirituels ont parlé d'elle avec admiration, mais sans cependant rapporter tout ce qui faisait la richesse et la profondeur de sa vie d'union à Dieu, et, sans la présence constante auprès d'elle de sa sœur aînée, Deolinda, sa fidèle secrétaire, l'essentiel des liens qui unissaient Alexandrina à son Seigneur nous serait inconnu. Les saints que nous admirons et que nous prions, ne sont souvent devenus des saints canonisés, donc connus, que parce qu'auprès d'eux il y avait des âmes dévouées, humbles et patientes qui ont tout noté patiemment ce qui se disait et ce qui se passait. On ne devrait jamais oublier ces saints-là, ces inconnus fidèles, ces saints de tous les jours qui sont nos vrais modèles, à nous gens ordinaires.
I
La vie d'Alexandrina

1-1-L'enfance

Alexandrina Maria da Costa naquit à Gresufes, paroisse de Balasar, petit bourg situé  à environ 50 kilomètres de Porto, dans l'Archidiocèse de Braga, le 30 mars 1904, d'un milieu de paysans honnêtes et travailleurs. Elle fut baptisée le Samedi Saint suivant, 2 avril 1904.
Il faut mentionner ici un fait étonnant: dans une vallée voisine et située en face de l'église, se trouve une chapelle, construite en 1832, à l'endroit même où, en la fête du Corpus Domini, une croix dessinée à même la terre, mais d'une terre différente, est apparue. Un siècle avant l'offrande d'Alexandrina, Jésus préparait la Croix sur laquelle il installerait sa victime.
La Mère d'Alexandrina eut, du même homme, deux filles illégitimes, Deolinda et Alexandrina. Aussitôt après la naissance de Deolinda, l'individu qui avait promit de l'épouser s'en alla au Brésil. Après son retour au Portugal, il revit la mère de Deolinda, et Alexandrina vint au monde. Puis cet homme l'abandonna de nouveau pour épouser une autre femme. Les témoins locaux rapportent qu'à partir de ce moment, la mère eut un comportement irrépréhensible.
Alexandrina passa les cinq premières années de sa vie chez ses grands-parents maternels. En janvier 1911, vers l'âge de six ans, elle dut partir, avec sa sœur, Deolinda, à Póvoa de Varzim afin de pouvoir fréquenter l'école, car il n'y avait pas d'école de filles à Balasar. C'est là qu'elle fit sa première Communion. Les deux fillettes revinrent dans leur famille en juillet 1912.
Vers l'âge de 9 ans, Alexandrina dut commencer à travailler, d'abord dans les champs, puis comme journalière, femme de ménage et couturière, chez des voisins. Il convient de noter ici que, toute jeune, et même pendant le travail, elle priait beaucoup. Bientôt elle fut nommée catéchiste et membre de la chorale.
1-2-Les premières épreuves
Un jour, Alexandrina tomba d'un chêne. Puis elle devint gravement malade et dut cesser de travailler régulièrement. A 12 ans les derniers sacrements lui furent administrés. Sa santé continua à se dégrader et elle dut abandonner les travaux dans les champs, par manque de forces. Elle commença dès lors à se plaindre aussi de douleurs à la colonne vertébrale; ce mal s'aggrava par la suite. On disait qu’elle souffrait de myélite. La maman rapporte que le médecin qu’elle avait consulté, le docteur João de Almeida, de la maison de santé de Carcereira, lui avait dit qu’il s’agissait de myélite et qu’elle deviendrait paralysée. (D'après des témoignages de Maria da Conceição Leite Reis Proença, dite Sãozinha)
Le Samedi Saint 1918, Alexandrina sauta par une fenêtre d'une hauteur d’environ quatre mètres, plutôt que de se laisser violenter par trois hommes qui étaient entrés dans la pièce où, avec sa sœur et une amie, elle faisait de la couture. Il en résulta une compression de l'épine dorsale, cause de l'accélération de sa paralysie qui la retint au lit pendant 30 ans. En 1922, un spécialiste de Porto, le docteur Abel, confirma le diagnostic précédent à son médecin traitant, le docteur Garcia: sa patiente ne guérirait jamais.
Pendant cinq mois consécutifs Alexandrina ne put se lever, mais en avril 1923 elle recommença à marcher un peu en s'aidant d'une chaise. La mort de sa grand'mère fut pour elle un grand chagrin. En juin, elle put participer au Congrès Eucharistique National, de Braga. Mais le 14 avril 1925, elle devait s'aliter définitivement. Deolinda, sa sœur devint son infirmière et sa secrétaire.
1-3-La vie d'union à Dieu
    1-3-1-L'offrande
Alexandrina aurait bien voulu guérir. Mais malgré ses nombreuses et ardentes prières, elle n'obtint pas cette grâce; elle comprit alors que Jésus désirait autre chose d'elle, et elle s'offrit comme victime pour le salut des âmes, "sentant toujours davantage le désir d'aimer la souffrance et de ne penser qu'à Jésus seul." Nous sommes en 1930.
Elle dit alors à Jésus:
"Mon bon Jésus, vous êtes emprisonné. Moi aussi, je le suis. Nous sommes tous deux incarcérés. Vous, pour mon bien et moi, enchaînée par vous. Vous êtes Roi et Seigneur de tout. Moi, je ne suis qu’un ver de terre. Je vous ai négligé, ne pensant qu’aux choses du monde qui ne sont que perdition pour les âmes, mais, maintenant, le cœur contrit, je ne veux que ce que vous voudrez, je veux souffrir avec résignation. Ne me laissez pas sans votre protection."  C'est peu de temps après, vers 1931, qu'Alexandrina composa son Hymne en l'honneur des tabernacles (Voir annexe 1)
Curieusement, la récitation de cette prière lui causait des effets qu’elle ne comprit pas tout de suite... Elle explique:
“Pendant que je faisais cette offrande à Jésus, je me sentais ravie, d’une façon que je ne sais pas expliquer, et en même temps je ressentais une forte chaleur qui semblait m’embraser. Cela me parut étrange, car les journées étaient plutôt froides et, émerveillée, j’ai même regardé si mon corps ne transpirait pas. C’est comme si l’on m’embrassait intérieurement. Cela me fatiguait assez.”
Cela lui parut tellement étrange qu'elle demanda à sa sœur Deolinda et à son amie Sãozinha, si elles ressentaient, elles aussi, cette même agréable sensation lors de leurs prières... Plus encore, comme elle leur expliquait qu’elle ressentait une chaleur assez vive, on lui posa sur la poitrine des chiffons mouillés à l’eau froide...
    1-3-2-Le Cœur de Jésus

Alexandrina raconte: "Une certaine fois j'ai vu Jésus tel un jardinier qui soigne ses fleurs, les arrosant, etc. Il se promenait au milieu de celles-ci, m'en montrait les variétés. D'autres fois il m'apparaissait pour me montrer les rayons éblouissants de son Cœur." Un autre jour, Jésus lui demanda: " Donne-moi ton cœur, que je le place dans le mien, afin que tu n’aies pas d’autre amour que le mien et celui de mes affaires (Lettre du 5 octobre 1934 au Père Mariano).

Alexandrina se consacra au Cœur de Jésus, par cette prière:

"O mon Jésus, je me consacre toute à vous. Que votre Cœur me soit grand ouvert. Permettez que je rentre dans cette Fournaise ardente, dans ce Feu brûlant. Fermez-le sur moi, mon bon Jésus; que j’y demeure pour y rendre mon dernier soupir, (Lettre du 17 octobre 1934 au Père Mariano Pinho) enivrée de votre divin Amour. Ne souffrez pas que je me sépare de vous sur la terre, sinon pour m’unir à vous, éternellement, dans le ciel."
Anticipons un peu: nous sommes le 1er octobre 1954, premier vendredi du mois.  Après qu'Alexandrina eut revécu la Passion, Jésus lui dit:
"Comme je l'ai demandé à Marguerite-Marie Alacoque, je veux que toi, à ton tour, tu fasses se développer dans le monde cet amour éteint dans le cœur des hommes... Fais, ô mon épouse, fais que se propage dans le monde entier cet amour de nos Cœurs.” (de Jésus et Marie).

1-4-La vie adulte

    1-4-1-Jésus prépare Alexandrina à sa future mission
La maman d'Alexandrina s'étant portée caution en faveur de parents qui ne tinrent pas leurs engagements, l'année 1933 et les suivantes, jusqu'en 1941, furent matériellement difficiles pour la famille da Costa [1]. Heureusement de grandes consolations soutinrent Alexandrina: le Père Mariano Pinho, jésuite, devint son directeur spirituel, et dès novembre 1933, des messes purent être célébrées dans sa chambre.
En 1934, après avoir fait le "vœu du plus parfait", Alexandrina entendit, à plusieurs reprises, Jésus lui demander de participer à sa Passion, en se laissant transpercer les mains et les pieds par des clous, et la tête par des épines.
Jésus lui dit:
«Donne-moi tes mains: je veux les clouer avec les miennes; donne-moi tes pieds: je veux les clouer avec les miens; donne-moi ta tête: je veux la couronner d’épines, comme ils me l’ont fait à moi; donne-moi ton cœur: je veux le transpercer avec la lance, comme ils ont transpercé le mien; consacre-moi tout ton corps; offre-toi toute à moi; je veux te posséder entièrement.»
Ces invitations de Jésus à participer à sa Passion se répétèrent plusieurs fois pendant environ quatre ans. Jésus la préparait progressivement au grand événement du 3 octobre 1938. Ce jour-là, en effet, Alexandrina vécut pour la première fois la Passion de Jésus dans ses diverses phases.
    1-4-2-Les phénomènes mystiques
Le 30 juin 1935, Jésus fit part à Alexandrina, pour la première fois, de son désir de voir le monde consacré à la Vierge Marie. Puis vinrent d'autres événements déconcertants:
– Le 7 juin 1936, le jour de la fête de la Très Sainte Trinité, eut lieu un phénomène dramatique: la mort mystique. Alexandrina avait annoncé sa mort; elle mourut, en effet, ou sembla mourir, après s'être longuement préparée. Mais, elle revint à elle au bout d'un certain temps, alors qu'autour d'elle, on la pleurait déjà.
– Fin avril 1937, Alexandrina fut de nouveau au seuil de la mort: pendant 17 jours elle ne put rien avaler, sauf l'Hostie consacrée.
    1-4-3-Les attaques démoniaques (Voir annexe 2)
Comme il le fait pour la plupart des âmes consacrées et saintes, le démon commença bientôt à tourmenter Alexandrina. Puis les "assauts du démon" s'intensifièrent. Dans son Autobiographie on peut lire:
“Ce fut en juillet 1937 que le “boiteux” ou "le manchot" (noms qu'elle utilisait pour désigner le démon), non content de tourmenter ma conscience et de me souffler des choses affreusement ordurières, commença à me mettre en bas du lit, aussi bien la nuit qu'à n'importe quelle heure de la journée... Pendant ces assauts je ressentais en moi la rage et la fureur infernales. Je ne consentais pas que l’on me parle de Jésus et de Marie, ni même de voir leurs images : je leur crachais dessus et les piétinais. Je ne pouvais pas non plus sentir la présence de mon Directeur spirituel: je l’insultais et voulais même le frapper, ainsi que quelques personnes de la maison. Mon corps devenait violet et sanguinolent à cause des morsures. Je disais pareillement des gros mots envers les personnes présentes. Oh! Combien j’aimerais que beaucoup aient pu le voir, afin qu’ils craignent l’enfer et arrêtent d’offenser Jésus!"
Dans sa rage, le monstre infernal alla jusqu’à lui voler son crucifix pour le jeter dans la porcherie... De la même façon il lui subtilisa une statue de la Sainte Vierge et l'enterra dans le jardin; on ne la retrouva que quelques années plus tard... Comme Alexandra se plaignait, Jésus lui dit un jour:
"Le démon te hait, mais tu dois t’en réjouir, car tu connais la raison. Si je le permettais, il te tuerait: mais je n’y consens pas. Je suis le Seigneur de la vie et de la mort. Ta mort, en tout cas, ne sera qu’un envol de la terre vers le ciel".
1-5-La passion d'Alexandrina
    1-5-1-Les ténèbres
Le 30 septembre 1938, le Père spirituel d'Alexandrina vint lui prêcher une retraite. Ce fut une terrible période de ténèbres. Alexandrina raconte: "Mon âme se trouvait vivre dans de grandes agonies et, quelquefois, je me sentais sur le point de tomber dans des abîmes épouvantables. Pendant les jours de retraite, mes souffrances ont redoublé et ces abîmes sont devenus terrifiants. La justice du Père éternel tombait sur moi et souvent me criait: 'Vengeance, vengeance, etc…' pendant que les souffrances du corps et de l’âme augmentaient. Il est impossible de les décrire; il est nécessaire de les avoir senties et vécues. Je passais les jours et les nuits roulant sur mon lit, en entendant la voix puissante du Père Éternel."
    1-5-2-La première passion d'Alexandrina
Enfin, le 3 octobre 1938, Alexandrina vécut la Passion pour la première fois, dès midi et jusqu'à 15 heures. Ce jour-là, jour de sa fête liturgique, sainte Thérèse de l’Enfant-Jésus apparut à Alexandrina, à deux reprises, au cours de cette première “Passion”.
Le Père Pinho était présent. Dans son livre ”No Calvário de Balasar" (Sur le Calvaire de Balasar) il écrira: "Nous les présents, nous voyions se dérouler devant nos yeux et très concrètement, le drame de la Passion, au Jardin des Oliviers, l'emprisonnement, les tribunaux, la flagellation, le couronnement d'épines, le chemin du Calvaire, la crucifixion et la mort."
    1-5-3-Les autres passions
Désormais, Alexandrina revivra la Passion de Jésus tous les vendredis. Le 24 octobre 1938, le Père Pinho, après avoir assisté à la Passion d'Alexandrina, écrivit au Cardinal Pacelli (futur Pie XII) au sujet de la Consécration du monde à la Vierge Marie.
Le 29 Janvier 1941, le docteur Manuel Augusto Dias de Azevedo vînt pour la première fois auprès d'Alexandrina. Il comprit qu'il s'agissait d'une manifestation surnaturelle et il décida d'étudier ce cas à fond. Il devint son médecin. En août 1941, une indiscrétion grave commise par le Père José Alves Terças, fut la cause de grandes souffrances pour Alexandrina. Jésus lui dit alors:
"L'heure de me donner la plus grande preuve d'amour et d'héroïsme est arrivée: marche sans lumière, en complet abandon. Tout sera mort en toi..."
    1-5-4-Les passions invisibles
Le 27 mars 1941 Alexandrina revécut la Passion, pour la dernière fois de façon visible: c'était le vendredi de Notre-Dame des Douleurs. Par la suite, selon ce qu'écrivit le Père Pinho dans sa biographie “No Calvário de Balasar”, tous les vendredis, elle continua à revivre la Passion de Jésus, pendant laquelle elle souffrait encore plus qu'auparavant.
Le 2 février 1945, Alexandrina vécut un vendredi encore plus douloureux que les autres. Voici quelques extraits de ce qu'elle a raconté dans son autobiographie:
“Le vendredi est arrivé; triste vendredi!... Dans mon âme je ressentais une mansuétude, une bonté inégalable. En même temps, contre cette mansuétude et cette bonté, je ressentais la haine, la rancœur, le mépris et une autorité orgueilleuse: un orgueil cynique. Des bêtes féroces contre l’Agneau... Avant même que la sentence ne soit prononcée contre l’Agneau innocent, j’ai senti que cette autorité là, avec une fureur diabolique, se déchirait les habits de haut en bas...
J’ai monté avec peine la montagne du Calvaire... Mon sang coulait. Mon âme tremblait de douleur et de peur, comme le corps tremble à cause du froid.
    1-5-5-Après la passion du 2 février 1945
Alexandrina continue son récit: "À haute voix toujours j’appelais Jésus. Il est venu apportant un soleil radieux et ardent. Les tremblements de mon âme ont cessé, ainsi que la peur et toutes les douleurs: j’avais retrouvé la paix, je n’avais plus que lumière et amour. Le cœur a commencé à revivre une vie que je ne sais pas expliquer. La poitrine est devenue un vrai incendie. Quel bonheur j’ai pu vivre pendant longtemps!... J’ai entendu des hymnes merveilleuses; je ne comprenais pas très bien, mais je sais qu’elles étaient adressées à Jésus au très Saint-Sacrement."
En effet, la Passion terminée, Alexandrina entendit les anges chanter et constata que "de ce chœur d’anges sortait un canal qui arrivait jusqu’à elle, lui communiquant des flammes de feu et bien d’autres choses."  Jésus lui dit alors:
"Ce canal, ma fille, descend du Cœur de ta Mère et ma Mère bénie. De celui-ci tu reçois la très grande abondance de notre amour; tu reçois nos grâces, vertus et dons: richesse divine et tout ce qui est du ciel. De son Cœur tu reçois la vie pour vivre, la vie pour la donner aux âmes. C’est cette rosée, le sang que tu sens tomber sur l’humanité; c’est une fusion de mes richesses, de mes grâces et de ta souffrance. Tu es une nouvelle co-rédemptrice."
Depuis le mois d'août 1945, et pendant environ trois mois, elle perdit quotidiennement du sang. À partir de juillet 1946 et jusqu'à sa mort, elle ressentit, même en dehors des extases de la Passion, les douleurs de ses stigmates, lesquels, à sa demande, restèrent toujours invisibles.
1-6-Le jeûne
A partir du 13 avril 1942 le jeûne total va commencer, lequel durera jusqu'à sa mort.
Du 10 juin au 20 juillet 1943, Alexandrina sera internée à l'hôpital de FOZ do Douro, près de Porto pour y subir une série de contrôles concernant son jeûne et son anurie. Quarante jours de surveillance constante! Aucune simulation n'est constatée. Peut-être va-t-on laisser Alexandrina en paix...
Hélas! Le 16 juin 1944, trois théologiens nommés par l'archevêque de Braga, pour une commission d'enquête, ne trouvèrent rien de miraculeux au cas d'Alexandrina, malgré la poursuite de son jeûne... Une étonnante persécution va commencer: il fallait "faire taire la malade."
Le Père Umberto Maria Pasquale devient le directeur spirituel d'Alexandrina, en remplacement du Père Pinho, écarté, suite à une campagne de calomnies.
Pendant 12 ans Alexandrina ne vécut que de l'Eucharistie. Jésus lui dit un jour, en 1954: "Ma fille, je t'ai placée dans le monde et je fais en sorte que tu vives uniquement de Moi pour prouver au monde ce que peut l'Eucharistie, ce qu'est Ma vie dans les âmes: lumière et salut pour l’humanité."
Le jeudi 13 octobre 1955, Alexandrina retournait vers Dieu qu'elle avait tant aimé. (voir annexe 3)
1-7-Alexandrina prophète
    1-7-1-Sacrilèges contre l'Eucharistie
Un vendredi de 1945, au cours d’une Passion, Alexandrina eut une vision terrible au sujet de l'avenir. Bien longtemps avant le Concile Vatican II elle écrivit:
«Quel feu dans mon cœur!... Combien je donnerais, combien j’aimerais souffrir pour obtenir que ce feu soit le mien et qu’il soit un feu d’amour pour Jésus. Je veux de l’amour, je veux de l’amour pour le donner au monde afin qu’il aime uniquement Jésus... Je vois le monde s’enfuir vers un autre monde, un monde de perdition.
Je reste les bras ouverts et les yeux levés vers le ciel. Comment remédier à ce mal? De grandes, de très grandes inquiétudes montent de la terre vers le ciel. Mon Dieu, je vois les âmes pleines de lourdeur et les corps détruits par la lèpre: conséquences du péché. Quelle lumière, celle qui m’oblige à tout voir!... À quel extrême le monde est réduit!... Doux Jésus, votre divin Cœur n’en peut plus!...
Je me sens placée entre le monde et Jésus afin d’éviter que la méchanceté des hommes ne blesse son Cœur si aimant. Flagellation, épines et mauvais traitements me blessent. Je ne vois pas Jésus mais je le sens comme opprimé, rempli d’épouvante et qui attend les coups de cette chaîne de méchanceté...
Sans même avoir pensé à la Cène de Jésus avec ses disciples, je me suis sentie à table. Mon cœur était le calice, le vin et le pain. Tous venaient manger et boire à ce calice. À partir de cet instant cette Cène allait se répéter. Mais quelle horreur ce que j’ai vu!... Tant de Judas buvant et mangeant indignement! Que de langues sales! Pire encore: combien de mains indignes distribuant ce pain et ce vin; des mains indignes et des cœurs démoniaques.
Quelle horreur mortelle!... J’en ai éprouvé tant de douleur et tant d’horreur au point de croire que mon âme allait fondre et le cœur se briser. Je ne sais pas mieux exprimer ce que j’ai vu, ce que j’ai souffert. Et avant tout autre chose, l’amour de Jésus, un amour indicible; un amour que l’on ne peut évaluer qu’après l’avoir expérimenté…" (Autobiographie: 12 avril 1945)
Remarque importante
Ces textes ont de quoi nous affliger. En effet, en 1945, les fidèles recevaient l'hostie consacrée uniquement sur la langues, et jamais les laïcs ne distribuaient la communion. Comment Alexandrina aurait-elle pu deviner ou inventer ces choses? Il faut également ajouter qu'en 1945, une telle révélation devait être incompréhensible. Et pourtant, aujourd'hui, n’importe qui peut distribuer la Communion, et bien rares sont les personnes qui se confessent pour recevoir le Sacrement de l’Amour. Aussi doit-on considérer les paroles d'Alexandrina comme une vraie prophétie.
    1-7-2-Annonce de la guerre
En 1935 et en beaucoup d'autres occasions, le Seigneur, en lui annonçant la guerre comme châtiment des nombreux péchés de l'humanité, lui disait:
"Ce seront les victimes de mes Tabernacles qui arrêteront le bras de la Justice divine, pour que le monde ne soit pas détruit et que de plus grands châtiments n'adviennent."
La même année, Jésus lui  ordonna de demander au Saint-Père la consécration du monde au Cœur Immaculé de Marie, et l'institution de la fête liturgique. 
    1-7-3-Élection de Pie XII
Tout de suite après l'élection du Pape Pie XII, Jésus lui prédit le 27 mars 1939: "C'est lui le Pontife qui consacrera le monde au Cœur Immaculé de Marie, ma Mère." Trois ans après, cette parole de Jésus s'accomplissait.
Nous avons vu que pendant la guerre, Alexandrina s'était offerte comme victime pour la paix, et pour le Pape à qui elle écrivit pour le rassurer et lui dire qu'il serait protégé des dangers au sein des catastrophes internationales. D'ailleurs, le Seigneur lui avait dit, le 6 décembre 1940:
"La paix viendra, mais au prix de beaucoup de sang. Le Saint-Père sera ménagé. Le dragon orgueilleux et enragé, qui est le monde, n'osera pas toucher à son corps, mais son âme sera victime de ce dragon."
Puis, dans l'isolement de sa chambre, tourmentée par des souffrances indescriptibles, elle se consacra aux Tabernacles pour réparer les profanations eucharistiques et l'abandon où le Seigneur est laissé par ses créatures. A cette école elle apprit à s'immoler comme victime pour les pécheurs.

2-1-Rôle de Marie dans la vie d'Alexandrina

Le 1er mai 1935, Alexandrina priait et demandait à Marie de la placer auprès des tabernacles: "Mère de Jésus et ma Mère, écoutez ma prière: je vous consacre mon corps et mon cœur. Purifiez-le, Mère très Sainte; remplissez-le de votre amour. Placez-le vous-même auprès des Tabernacles de Jésus, afin qu’ils servent de lampe jusqu’à la fin du monde."

Alexandrina ne pouvait agir qu'avec Marie. Nous avons vu plus haut, que le 2 février 1945 Jésus lui avait fait cette révélation: "Je te communique tout à travers le canal de ma Mère bénie: c’est à vous qu’il appartient de sauver le monde."
En 1949, Marie vint lui apporter le Rosaire "avec lequel elle devait attacher le monde."
2-2-La consécration du monde à Marie
Nous nous souvenons aussi que le 30 juin 1935, Jésus avait demandé la consécration du monde à Notre-Dame. Il avait dit à Alexandrina:
"En raison de l’amour que tu as envers ma très Sainte Mère, communique à ton directeur spirituel la demande suivante: que chaque année un acte de consécration du monde à ma Mère soit fait, un jour fixé et que l’on demande à la Vierge sans tache de confondre les impurs, afin que ceux-ci changent de vie et ne M’offensent plus davantage. Comme J'ai demandé à Marguerite-Marie la consécration du monde à mon divin Cœur, ainsi Je te demande à toi, qu’il soit consacré à Marie au cours d'une fête solennelle."[2]
Le Père Mariano Pinho, son directeur, avait d'abord semblé très perplexe sur ce sujet, mais peut-être en avait-il cependant parlé autour de lui, car, le 31 mai 1937, Alexandrina recevait la visite du Père Antonio Durão, jésuite, en  qualité d'envoyé du Saint-Siège, pour la questionner sur la consécration du monde à Notre-Dame.
Puis, le 24 octobre 1938 le Père Pinho  écrivait à Rome. En effet, lors de plusieurs extases, Alexandrina avait entendu Jésus demander au Père Pinho d'écrire au Pape au sujet de la consécration du monde. Le 5 janvier 1939, c'est le chanoine Vilar, envoyé par le Saint-Siège, qui fut chargé d'enquêter sur la consécration du monde à la Vierge. Le 20 janvier, Jésus prédit la guerre, châtiment pour les grands péchés:
"Le monde est suspendu à un fil très fin... Ou le Pape se décide à le consacrer ou le monde sera puni!..."
28 juin 1939, comme le 20 janvier et le 13 juin, Alexandrina entendit Jésus renouveler sa prédiction. Alexandrina s’offrit comme victime pour la paix.
Enfin, le 31 octobre 1942, à l'occasion du 25e anniversaire des apparitions de Fatima, le Pape Pie XII, élu le 2 août 1939, fit, en langue portugaise, la consécration du monde au Cœur Immaculé de Marie, consécration qui sera renouvelée solennellement à Saint-Pierre de Rome, le 8 décembre de la même année.

2-3-Le Portugal épargné

À plusieurs reprises, en 1940, Jésus avait insisté sur la nécessité de consacrer le monde à sa Mère bénie. Le 4 juillet de la même année, Alexandrina s'offrit comme victime, avec d'autres âmes-victimes, pour obtenir qu'au moins le Portugal soit épargné par la guerre. Jésus accepta cette offrande, et le Portugal fut sauvé.
Le 15 septembre 1940, Alexandrina écrivit au Patriarche de Lisbonne, le Cardinal Cerejeira, et au chef du Gouvernement, Salazar, pour leur demander de faire ce qui était en leur pouvoir "afin de freiner les débordements de l'immoralité".

3-1-Alexandrina vue par le Père Umberto
Le Père Umberto Maria Pasquale admirait beaucoup l'âme d'Alexandrina "aussi humaine et spirituellement parfaite sous tous les aspects." Et le Père d'énumérer ses principales qualités:
– l’obéissance à l’Autorité ecclésiastique et à ses directeurs;
– la patience mise à rude épreuve que ce soit à cause de la maladie ou à cause du nombre de personnes qui venaient la visiter inopportunément;
– la charité envers le prochain, en particulier envers ceux qui lui causaient de très graves chagrins...
C’était vraiment une créature consacrée d’une manière totale à son Dieu, en esprit d’immolation, pour réparer les offenses qui Lui sont continuellement dirigées, et pour Lui sauver des âmes, toutes les âmes.
3-2-L'obéissance
Ce furent ces vertus qui conduisirent le Père Umberto à exiger d’Alexandrina la dictée de ses “Sentiments de l‘âme", véritable portrait de sa spiritualité. Alexandrina écrit:
"Ce fut seulement au mois d’août 1934 que je me suis décidée à ouvrir mon cœur à mon Père spirituel, venu à Balasar pour une série de sermons. J’ai eu peur, alors, qu’une fois au courant de ma vie, il ne veuille plus continuer de me diriger. Alors même que je me débattais avec ce doute, Jésus m’a dit:
– Obéis en tout: ce n’est pas toi qui l’as choisi, mais moi qui te l’ai envoyé.
Quand le Père m’a demandé de quelle façon j’avais entendu lesdites paroles, il ne m’a pas expliqué si elles étaient ou non de Jésus."
3-3-La patience et l'amour de la souffrance

    3-3-1-Martyre du cœur

"J’aspire après l’éternité, nous dit Alexandrina, car là seulement je saurai remercier Jésus de m’avoir choisie pour vivre cette vie de sacrifice, désireuse toujours d’aimer Jésus et de sauver les âmes. Je sais que très peu personnes me comprendront, mais à moi, une seule chose me suffit: Jésus comprend tout.
J’aime Jésus, j’aime la Petite Maman, j’aime la souffrance, et ce n’est qu’au Ciel que je comprendrai la valeur de toute ma souffrance!!!"
Lisons encore Alexandrina: "En même temps que les grâces divines augmentaient, augmentaient aussi les doutes et la peur de me tromper et de tromper mon Directeur ainsi que tous ceux qui vivaient autour de moi. Mon martyre augmentait, lui aussi, de plus en plus: il me semblait que tout était faux et inventé par moi. Mon Dieu, quel coup pour mon cœur! Les ténèbres m’enveloppaient: je n’avais aucune lumière pour me montrer le chemin. Mon Directeur faisait pourtant bien des efforts pour me redonner confiance, mais rien n'y réussissait. Malgré cela, je me faisais violence pour m’abandonner dans les bras de Jésus, afin de ne pas être prise dans le tourbillon."
Et cet abandon dans les bras de Jésus ne fut pas toujours de tout repos. Revivons avec Alexandrina quelques épisodes de son séjour à l'hôpital de Foz de Douro, en 1943:

"Je peux toutefois dire que j’ai offert au Seigneur mes yeux, qui sont ce que j’ai de plus cher dans mon corps, si cela était nécessaire pour la conversion d’Hitler, de Staline et de tous les autres fauteurs de guerre..."

Alexandrina est étroitement surveillée. Sa sœur Leolinda, ne peut pas l'approcher, ni même l'aider à se retourner dans son lit. Seules des infirmières très "sûres" peuvent lui donner les soins indispensables. Alexandrina est seule...
"Pendant la nuit, quelquefois, je me demandais: 'Que peut faire ma sœur, à cette heure-ci? Pleure-t-elle?' Pensant qu’elle souffrait à cause de moi, une fois je n’ai pas pu retenir mes larmes. Combien j’ai alors pleuré! Je n’avais qu’une crainte: déplaire à Jésus. Mais Lui, Il savait que j’acceptais tout par amour pour Lui, avec un immense désir de Lui gagner des âmes. En effet, je Lui ai offert mes larmes comme autant d’actes d’amour pour les Tabernacles. Plus la désolation est grande, plus grand est aussi l’amour, n’est-ce pas ainsi, mon Jésus? Acceptez tout cela.
Le seizième et le trentième jour de mon séjour, j’ai reçu la visite de maman. J’avais une si grande envie de la voir! Elle n’a pu rester que très peu de temps avec moi et toujours sous le regard inquisiteur des surveillantes. Elle pleurait et moi, je faisais semblant de ne pas avoir de chagrin: je lui souriais, je plaisantais avec elle, je la cajolais, et avec mon sourire trompeur, je cachais la tristesse de mon âme, en retenant les larmes qui à tout prix voulaient couler. Je l’ai encouragée, m’épanchant intérieurement avec Jésus. C’était ma croix: ne devais-je pas la porter par amour de Jésus qui est mort pour moi?"
    3-3-2-Le martyre de l'âme. Les calomnies
Très vite le "cas" Alexandrina fut connu dans le pays, et au-delà. Les jugements, tous téméraires, mais pas innocents, se multipliaient. Quelle souffrance pour l'intéressée!
"Je souffrais beaucoup à cause des larmes de ceux qui m’entouraient et, je pensais: 'Mon Dieu, si le courage leur manque, comment n’en manquerais-je pas?' Ma famille ne me rapportait pas les nouvelles qui circulaient, mais, malgré cela, j’ai appris les commentaires que l’on faisait sur ma vie. Pauvres ignorants, combien de mensonges ils diffusaient! Quelques-uns affirmaient que mon voyage à Porto avait pour but d’obtenir une pension mensuelle de la part de Monsieur Oliveira Salazar (alors Président du Conseil portugais); ils parlaient même de chiffres absurdes et discordants: 500 escudos pour les uns, 300 ou 200 pour les autres; aucune tentative ne réussissait à faire taire de tels mensonges.
D'autres, pour en finir, disaient que je faisais la 'voyante': en effet des personnes sont venues chez nous pour connaître leur avenir. Je les recevais avec beaucoup de sérénité, feignant ne pas comprendre leur manège, mais quand elles insistaient, je leur répondais:
– Je ne suis pas voyante, personne ne peut deviner l’avenir. Nous n’avons pas le droit de pénétrer dans la pensée d’autrui. Seul le Seigneur le connaît"
Le 10 mars 1950, Alexandrina eut une vision de l'enfer. Par ailleurs, les visites de personnes de l'extérieur ne cessaient pas, jusqu'à 15000 durant la journée du 29 juin 1953. Et pourtant Alexandrina vivait de plus en plus douloureusement ce qu'elle croyait être l'inutilité de sa vie. Même le vendredi, de nombreuses personnes étaient admises dans la chambre d'Alexandrina. La dernière extase publique eut lieu le 25 décembre 1953.
    3-3-3-Le martyre du corps
Il est impossible de parler de toutes les souffrances qu'Alexandrina a dû endurer dans son corps. Nous nous contenterons de ne rapporter que quelques faits obscurs, même pour l'intéressée qui écrit à son directeur:
"Je ne comprends pas. Quelques-unes de mes côtes se sont déplacées. Le médecin me disait que ce n’était rien... Je ne peux m’appuyer sur celles-ci qu’au prix d’un grand sacrifice, car je ne supporte même pas que les couvertures reposent sur mes côtes. Et le pire c’est que ce sont les côtes du côté droit, sur lequel j’avais l’habitude de me reposer... Même sans être tombée, le bon Jésus a fait que mes côtes se déplacent. Le médecin m’a dit qu’il les avait trouvées ainsi. Mon Père, je ne comprends pas, et je vous demande, par l’amour de Dieu, de m’expliquer si toutes les contrariétés viennent du Seigneur, ou si elles peuvent aussi venir du démon. En effet, dernièrement, des faits se sont produits qui semblent bien être son œuvre... (Lettre du 22 juin 1934 au Père Mariano)
J’ai l’impression que les os de ma poitrine touchent ceux de mon dos et me causent de telles angoisses que je ne sais plus comment me placer. Quand les douleurs sont plus fortes, je me place quelques minutes par moitié sur le lit et l’autre partie de mon corps sur les genoux de Deolinda. Ceci oblige ma sœur à passer les nuits en ma compagnie. Même parler m’est douloureux." (Lettre du 16 juillet 1934 au Père Mariano)
    4-1-L'Eucharistie
Alexandrina eut depuis toujours un attrait puissant pour l'Eucharistie. Déjà le 1er mai 1935 elle priait Marie: "Mère de Jésus et ma Mère, écoutez ma prière : je vous consacre mon corps et mon cœur. Purifiez-le, Mère très Sainte, remplissez-le de votre amour. Placez-le vous-même auprès des Tabernacles de Jésus, afin qu’ils servent de lampes jusqu’à la fin du monde." Elle se confiait aussi à Jésus, et déjà on peut discerner la mission que bientôt Jésus lui confierait:
"O mon cher Jésus, je m’unis, en esprit, à partir de ce moment et pour toujours, à toutes les Hosties contenues dans tous les ciboires de la terre, dans chaque lieu où vous habitez sacramentellement. C’est là que je veux passer tous les moments de ma vie, constamment, de jour comme de nuit, dans la joie ou la tristesse, seule ou accompagnée, à vous consoler, à vous adorer, à vous aimer, à vous louer, à vous glorifier.
Ô mon Jésus, j’aimerais faire tomber continuellement sur vous, de jour comme de nuit, autant d’actes d’amour que de gouttes de pluie fine tombent sur la terre. Je voudrais que toutes les créatures de la terre en fissent de même, afin que vous soyez aimé de tous. Écoutez ces vœux de mon cœur et acceptez-les comme si déjà je vous aimais. O Jésus, je voudrais qu’il n’y eût pas un seul Tabernacle dans le monde, en tout lieu où vous habitez au Saint-Sacrement, où je ne fus à vous redire, sans cesse, à chaque instant de ma vie: Jésus, je vous aime; Jésus, je suis toute à vous. Je suis votre victime, la victime de l’Eucharistie, la petite lampe de vos prisons d’amour, la sentinelle de vos Tabernacles!"
4-2-La mission d'Alexandrina auprès des tabernacles
    4-2-1-Le canal
Un jour, Jésus dit à Alexandrina:
"Tu es comme le canal par où passeront les grâces que Je veux distribuer aux âmes et à travers lequel les âmes viendront à moi. Je me sers de toi afin que beaucoup d’âmes viennent à moi: par ton intermédiaire, beaucoup d’âmes seront stimulées à m’aimer dans la très Sainte Eucharistie."
Et encore:
"Je choisis les faibles pour les rendre forts. Sous leur faiblesse Je cache mon pouvoir, mon amour et ma gloire. Oublie le monde et offre-toi à moi. Abandonne-toi entre mes bras: Je choisirai tes sentiers. (Lettre du 27 septembre au Père Mariano) La mission que je t’ai confiée, ce sont les tabernacles et les pécheur... Par toi, beaucoup, beaucoup de pécheurs seront sauvés; non par tes mérites, mais par les miens. Je cherche tous les moyens pour les sauver...
Veux-tu vraiment consoler et aimer ton Époux, l’Époux des âmes vierges que j’aime avec prédilection? Viens dans mes tabernacles, reste là, vis là, et donne-moi ton corps pour que je le crucifie, afin de satisfaire à mes desseins. Sois ma victime de réparation pour les pécheurs du monde entier; c’est ainsi que tu me consoleras beaucoup... Ne tardez pas à faire connaître tout ce que Je vous communique au sujet de l’Eucharistie. Vous n’avez que cette médecine. C’est de celle-ci que naissent les paratonnerres pour éloigner la divine Justice."
    4-2-2-La mission d'Alexandrina
Alexandrina demanda à Jésus ce que qu'elle pouvait faire pour l’aimer comme il le désirait. Jésus répondit:
– Viens dans mes tabernacles; viens me consoler; viens réparer. Ne cesse pas de réparer; donne-moi ton corps pour que je le crucifie. J’ai besoin de beaucoup de victimes pour soutenir le bras de ma justice et j’en ai si peu! Viens les remplacer... Fais que je sois aimé de tous dans mon Sacrement d’Amour, le plus grand de mes Sacrements et le plus grand miracle de ma divine sagesse...
La mission que je t’ai confiée, ce sont les tabernacles et les pécheurs... Combien de victimes j'ai choisies... Combien de victimes j'ai choisies et qui se sont refusées!... Combien j'en ai appelées et qui ne m'ont pas entendu!... Combien j'en ai invitées à une grande élévation vers moi et je n'ai rien obtenu! En toi Je me suis consolé; de toi J'ai tout reçu!... Si tu voyais le nombre d'âmes qui se sont sauvées grâce à toi, et spécialement en ces dernières années par ton jeûne! (Journal: 22 décembre 1934.)
Cherche des âmes qui m'aiment dans le sacrement de mon Amour, qui prennent ta place quand tu iras au ciel. Invite le monde à la PRIERE, à la PENITENCE, à s'enflammer d'amour pour Moi. Pauvre monde!... Que deviendra-t-il, s'il n'écoute pas cet appel divin?"
En 1936, Jésus lui dit encore:
"Combien Je t’aime ! Quand tu te sens froide, c’est moi qui, chaque fois d’avantage infuse en toi mon amour. Quand Je ne te parle pas, c’est pour t’inspirer beaucoup plus de foi en moi. Ne t’ai-je pas dit que je ne t’abandonnerais jamais et ne m’éloignerais jamais de toi? Je t’aime tellement! Viens à mon école; apprends de ton Jésus à aimer le silence, l’humilité, l’obéissance et l’abandon. Viens dans mes Tabernacles... Prosterne-toi devant moi et demande-moi pardon pour ton découragement et pour ton infidélité."
Et la très Sainte Vierge lui indiquait aussi le moyen d'apaiser la Justice divine si outragée: «Parle aux âmes, parle-leur de l'EUCHARISTIE, parle-leur du ROSAIRE!...»
    4-2-3-Les exigences de Jésus
"Avise ton directeur spirituel que j’exige que l’on prêche et que l’on propage la dévotion aux Tabernacles, et davantage encore: qu’elle soit rallumée dans les âmes. Je ne suis pas resté sur les autels par amour uniquement de ceux qui m’aiment, mais pour l’amour de tous; même en travaillant on peut me consoler.
Prie pour les prêtres: ce sont les ouvriers de ma vigne; la récolte dépend d’eux..."
    4-2-4-Les plaintes de Jésus
Jésus se plaint à son épouse fidèle de la solitude dans laquelle les hommes le laissent dans son Sacrement d'amour:
"Veille sur mes tabernacles. J’y suis si seul dans un très grand nombre d'entre eux... Des jours et des jours passent sans que quelqu’un me rende visite. On ne m’aime pas, on ne répare pas. Quand ils y viennent, ils le font soit par habitude ou par quelque obligation. Sais-tu ce qui ne cesse pas de tomber sur mes tabernacles? C’est cette chaîne de péchés et de crimes. Ce sont là les actes d’amour qu’ils y déposent; c’est ainsi qu’ils me consolent; c’est ainsi qu’ils réparent; c’est ainsi encore qu’ils m’aiment!... Toi, console-moi et aime-moi, et moi je te consolerai dans toutes tes afflictions et dans tous tes besoins.
Ma fille, n’as-tu pas compassion de moi?... Je suis seul et abandonné, dans mes tabernacles, et tellement offensé! Viens me consoler, viens réparer; réparer pour tant d’abandon..."
Notre-Seigneur ne cesse pas de renouveler ses demandes au sujet de ses Tabernacles.
"Viens, ma fille, viens t’attrister avec moi; viens me tenir compagnie dans mes prisons d’amour; viens réparer tant d’abandon et d’oubli!... Console-moi et aime-moi et moi, je te consolerai dans toutes tes afflictions et dans tous tes besoins… Dis au monde entier qu'il écoute la voix de son pasteur, le Pape, laquelle est la voix de Jésus. Je veux de l'amour, de la pureté d'âme, changement de vie. Que la voix du Saint-Père soit pour le monde un aussi vibrant appel que celui de Noé... Qu'il parle aux nations et à ses gouvernants, afin qu'un terme soit mis à tant d'immoralité...
Donne-moi ton cœur, que je le place dans le mien, afin que tu n’aies pas d’autre amour que le mien et celui de mes affaires." (Lettre du 5 octobre 1934 au Père Mariano)
"Visiter les prisonniers dans leurs cachots et les consoler est une œuvre de miséricorde. Moi, je suis prisonnier et prisonnier par amour; je suis le Prisonnier des prisonniers."
4-3-L'union à Jésus au Saint-Sacrement. La présence réelle
Jésus enseigne Alexandrina qui écrit: "Jésus m’a dit que de la même manière qu’il est fidèle à demeurer en moi pour me consoler, que moi aussi je devais être fidèle à demeurer en esprit auprès de ses Tabernacles, pour le consoler et l’aimer; que je devais lui donner mon corps pour être victime; que des milliers de victimes ne seraient pas de trop pour réparer tant de péchés et les crimes du monde...
Comme Madeleine, tu as choisi la meilleure part. Aimer mon Cœur! M’aimer crucifié, c’est très bien. M’aimer dans mes tabernacles, où tu peux me contempler, non pas des yeux du corps mais de ceux de l’âme et de l’esprit; où j’habite avec mon Corps, mon Âme et ma Divinité comme dans le Ciel, c’est choisir ce qu’il y a de plus sublime."
On remarque que Jésus insiste sur une notion spirituelle que nous avons beaucoup oubliée, peut-être parce que nous ne la comprenons plus: l'appel de certaines âmes à devenir des victimes de son amour. Être victime au pied des tabernacles pour "consoler" son amour, sa solitude, son abandon, pour rester avec Lui là où Il est réellement présent. Jésus, en effet, parle de sa présence réelle dans les tabernacles:
"Ils ne croient pas à mon existence. Ils ne croient pas que j’y habite. Ils blasphèment contre moi. D’autres croient que j’y suis, mais ils ne m’aiment pas, ne me visitent pas: ils vivent comme si je n’y habitais... Viens dans mes tabernacles; elles sont à toi mes prisons; je t’ai choisie pour m’y tenir compagnie, dans ces abris qui sont très souvent, extérieurement, si pauvres! Mais à l’intérieur, ô, quelle richesse! C’est la richesse du Ciel et de la terre!...
Veux-tu me consoler ? Veux-tu consoler le sanctificateur de ton âme ? Va dans les tabernacles !... Consoler les attristé, c’est faire œuvre de miséricorde... Et moi je suis si triste; je suis si offensé !...
Là tu peux servir de victime pour les péchés du monde, en cette période où le monde se révolte contre moi et contre mon Église."
4-4-La Croix
Nous avons déjà parlé de l'amour qu'Alexandrina manifestait pour les croix que lui envoyait Jésus. Cependant, à mesure que le temps passait, Alexandrina découvrait davantage le sens de ces croix. Le 1er septembre 1934, dans une lettre destinée à Sãozinha, elle écrit:
"Ma bonne petite sœur,
Je vous appelle ainsi, non seulement parce que vous traitez avec charité la plus indigne des enfants de Dieu, mais aussi parce que toutes deux, nous recevons du Seigneur la croix bénie de chaque jour. Celle-ci, portée avec amour et résignation, est un moyen efficace pour nous élever de plus en plus dans l’amour de Jésus; pour nous sanctifier et pour aider, par nos souffrances, les âmes qui, sourdes à la voix de Jésus et aveuglées devant sa lumière, s’abandonnent aux plaisirs du monde sans jamais penser à leur salut.
Combien elle est belle notre mission! En ce qui me concerne, j’avoue me considérer indigne d’un aussi heureux sort!... J’ai souvent dit que j’étais venue en ce monde pour travailler, souffrir et offenser le Seigneur. Triste vérité... car, je l’ai déjà tant offensé! C’est celle-ci la plus grande peine qui m’aiguillonne toujours. La souffrance est ma plus grande consolation, et je ne l’échangerais pas contre le monde entier. Quelle ingrate je ferais, si je refusais de donner mon corps, qui ne vaut rien, à Celui qui, à cause de moi, a tant souffert!... À Celui qui désire se procurer beaucoup de victimes d’amour pour sauver les âmes!
Depuis seize années, la maladie, jour après jour, s’est propagée dans tout mon corps... et depuis dix années je suis prisonnière dans mon lit sans pouvoir me lever... Combien j’ai été favorisée par le Seigneur! Combien suave est le joug sous lequel il me tient! Je reçois ceci comme une preuve d’amour de la part de Jésus pour mon âme. Que soit béni Celui qui n’a pas dédaigné mon indignité!"
De telles paroles nous étonnent, nous scandalisent même, peut-être. Pourtant la plupart des saints et des mystiques ont jugé leurs souffrances de cette façon. "Comprenne qui pourra!" peut nous redire Jésus.
Alexandrina comprenait bien, elle; aussi Jésus lui demandait-il toujours plus. Voici ce qu'elle écrivit à son directeur, le Père Mariano Pinho, en septembre 1934, après que Jésus lui eut demandé:  «Donne-moi tes mains!"
"... Mon Père, je vais moi aussi faire un grand sacrifice. Notre-Seigneur le sait bien, et vous-même, vous pourrez vous faire une idée de ce que ceci me coûte. Mais avant de le faire, je l’ai offert au bon Jésus...
Jeudi 6 septembre, Monsieur le Curé est venu apporter la Communion à une voisine malade et, par la même occasion, il est venu me la donner. Après avoir communié, je me sentais froide et incapable de toute action de grâces; mais, loué soit mon Jésus, car il n’a regardé ni ma froideur ni mon indignité. Il m’a semblé entendre alors ces paroles: «Donne-moi tes mains!"
Il faut encore que je vous dise que vendredi et aujourd’hui Notre-Seigneur a renouvelé ses demandes. Il m’a recommandé aussi l’obéissance en tout, comme je vous l’ai déjà expliqué.
S’agit-il d’une illusion de ma part? O mon Jésus, pardonnez-moi si je vous offense, mais je ne veux pas vous offenser... je le fais par obéissance...[3]
«Il m’a demandé ceci deux fois...»
"Il m’a demandé ceci deux fois, le 6 et le 8 septembre.
Je ne sais pas expliquer mon tourment, parce que je ne peux pas écrire[4]. Je ne voulais rien dire à ma sœur, mais je ne voulais pas non plus le taire, car j’ai compris que je ne devais pas le faire, taire la parole de Dieu: je devais tout dire à mon directeur spirituel.
Je me suis décidée à faire le sacrifice et j’ai demandé à Deolinda d’écrire tout ce que je lui dicterais. Nous l’avons fait sans échanger le moindre regard. La lettre étant écrite, tout cela est resté entre nous et nous n’en avons plus parlé."
Alexandrina raconte dans son journal:
"Si jusque là toutes les lettres de mon directeur spirituel me rendaient joyeuse, à partir de ce moment, je n’en éprouvai plus la moindre consolation: je vivais dans la crainte qu’il me désapprouve et me dise que tout cela n’était qu’illusion. J’avais cédé à l’invitation du Seigneur, mais je pensais que les sacrifices qu’Il me demandait n’étaient que ceux résultant de ma maladie, même si majorés; il ne m’était pas venu à l’esprit qu’Il me ferait passer par des phénomènes singuliers.
Le directeur m’a exigé de tout écrire et, pendant deux ans et demi il ne m’a jamais dit qu’il s’agissait bien de choses de Dieu. Ce silence m’a fait beaucoup souffrir."




La sainteté est offerte à tous les hommes. À plusieurs mystiques la Vierge Marie a déclaré que l'on pouvait se sanctifier dans tous les états de vie. Notre vie de tous les jours peut, si nous le voulons bien, devenir une offrande permanente à Celui qui nous conduit sur son chemin, à travers les joies et les peines... Tous nous devons devenir des saints, des saints de tous les jours peut-être, mais de grands saints quand même.
Cependant il n'y a pas que les saints de tous les jours; à certaines âmes, le seigneur demande de Le suivre plus particulièrement sur son chemin de Croix. Comme Lui qui fut Victime de son amour pour tous les hommes, et qui accepta de mourir sur une croix, lui le Fils de Dieu, ainsi, parfois, Il demande à certaines âmes d'être des victimes de son Amour.
Pour bien comprendre ce que signifie: être victime de l'amour du Christ, il faut d'abord éviter tout dolorisme, puis savoir que le Seigneur ne fait pas souffrir pour le plaisir, comme le feraient des bourreaux. Les âmes victimes sont d'abord des réparatrices du Corps mystique du Christ blessé par le péché des hommes. Ces âmes généreuses souffrent, c'est certain, mais le Seigneur multiplie pour elles de telles grâces que leurs souffrances, à notre grand étonnement, deviennent des joies... Mystère de l'amour!   
5-1-Jésus a besoin de victimes
Jésus a besoin de victimes? Comment Jésus, Fils de Dieu, Verbe incarné, comment Jésus, la bonté incarnée, le Rédempteur Sauveur du genre humain, peut-Il, non seulement désirer des victimes, mais bien plus, en avoir besoin?...
    5-1-1-Jésus a besoin de victimes
Jésus déclare à Alexandrina: "J'ai besoin de plusieurs victimes pour arrêter le bras de ma Justice et j'en ai si peu!... Remplace-les. Je veux que tu me fasses aimer dans mon sacrement d'amour, le plus grand des sacrements... le plus extraordinaire miracle de ma Sagesse... Oh ma fille chérie, je veux que tu sois toute à moi, toute à moi et que tu ne vives que pour moi et n’aimes que moi, que tu ne cherches que moi."
Et plus tard, Jésus insiste: "Écoute, ma fille, ton Jésus. Je suis avec toi pour t’enrichir de mes divins trésors. Combien je t’aime! Je t’ai choisie pour ma demeure. Je te prépare selon mes désirs. Ne vis que pour moi. Aime-moi beaucoup. Ne pense qu’à moi. Et, parce que tu t’es généreusement offerte comme victime pour les pécheurs du monde, je ferai de toi comme un canal pour distribuer les grâces aux âmes coupables de toutes sortes de crimes. Ainsi tu feras venir à moi un grand nombre..."
    5-1-2-Mais peu d'âmes acceptent et Jésus se plaint
Jésus se confie à Alexandrina: "Combien de victimes j'ai choisies... Combien de victimes j'ai choisies et qui se sont refusées!... Combien j'en ai appelées et qui ne m'ont pas entendu!... Combien j'en ai invitées à une grande élévation vers moi et je n'ai rien obtenu! Combien d’âmes reculent! Beaucoup, dès le début, beaucoup d’autres à moitié chemin. Elles veulent tout recevoir de moi, mais rien me donner! Elles veulent réparer, mais sans immolation ni sacrifice.
Si tous les maîtres et sages de la sainte Église comprenaient sérieusement, profondément, ma vie divine dans les âmes, je serais bien plus aimé; je recevrais bien plus de réparation."
    5-1-3-Jésus implore Alexandrina
"Sois ma victime... 
Si tu m’aimes, si tu es toute à moi, ne me refuse pas ce que je te demande. Sois ma victime."
Alexandrina raconte:
"En même temps je ne sais pas ce qui s’est passé en moi, je ne sais pas l’expliquer; je ressentais un très, très grand poids. J’avais l’impression que mon cœur devenait aussi grand que le monde..." (Lettre du 31 octobre 1934 au Père Mariano)
Alexandrina est sûre que Jésus est consolé. Elle rapporte au Père Mariano les paroles de Jésus:
"En toi je me suis consolé; de toi j'ai tout reçu!... Si tu voyais le nombre d'âmes qui se sont sauvées grâce à toi, et spécialement en ces dernières années par ton jeûne! (Lettre du 9 décembre 1934 au Père Mariano) 
    5-1-4-Ce que fut l'offrande d'Alexandrina
Le 31 mai 1936, Alexandrina écrit: "Je me suis offerte à Notre-Seigneur!... Sans savoir comment, je me suis offerte à Notre-Seigneur, comme victime et j'ai demandé, maintes fois, l'amour de la souffrance. J'ai été bien exaucée; maintenant, je ne changerais pas la douleur contre tous les trésors du monde. Avec quel emportement j'offrais à Notre-Seigneur toutes mes souffrances. La consolation de Jésus et le salut des âmes, voilà ma seule aspiration..."
Mais le 12 septembre 1936, Jésus se fait plus suppliant; Alexandrina raconte:
"Hier, après la Sainte Communion, je sentais une profonde tristesse sur moi. J’avais le cœur déchiré, car Jésus pleurait... Ses pleurs me bouleversaient suavement et douloureusement. Il m’a dit :
– Hélas! Hélas! Écoute ton Jésus. Je viens à toi, non pour te consoler, mais pour verser mes larmes dans ton cœur. Je ne peux plus supporter les abominations des pécheurs! Pénitence!... Pénitence ! ...
Pénitence!... dans le monde entier!... Qu’il se convertisse sans retard, autrement, il sera rapidement détruit!... Toi, du moins, compatis à ma douleur, ô mon épouse!... Dis à ton Père spirituel qu’il fasse savoir au monde ce que je veux: Pénitence, pénitence, pénitence... Bientôt viendra le jour de la catastrophe.
Je fais connaître ma volonté, mais on la méprise! Courage! Ne doute pas que c’est ton Jésus qui te parle."
Alexandrina poursuit: "Je n’ai senti ni consolation ni délices de la part de Notre Seigneur, mais seulement de la tristesse! Il me semblait que mon cœur éclatait ou qu’on me l’arrachait et je ne pouvais pas respirer. Cependant, les paroles de Jésus me donnaient paix et assurance.
J’ai renouvelé mon offrande: Mon Dieu, je veux être écrasée par amour pour Vous. Voici votre victime. Que je sois le paratonnerre de vos Tabernacles, pour recevoir les coups des pécheurs et vous en délivrer.
Mon Père, je voudrais consoler Jésus, mais je ne sais pas que faire de plus." (Lettre au Père Mariano)
5-2-Valeur de l'âme victime
En 1935, Jésus explique:
"De la même manière qu’avant que je ne vienne dans le monde, des victimes étaient immolées dans le temple, ainsi aujourd’hui je veux immoler ton corps comme victime. Donne-moi ton sang pour les péchés du monde. Aide-moi dans le rachat. Sans moi tu ne peux rien; avec moi tu peux tout, pour aider les pécheurs et pour bien d’autres choses."
Jésus est la grande Victime, offerte au Père pour le salut du monde. Depuis sa Résurrection, c'est dans l'Eucharistie que Jésus continue à s'immoler. Là, Jésus est notre pain de vie, notre médecine, notre paratonnerre... Alexandrina a bien compris cela, et a choisi de répondre pleinement au désir de Jésus.
“Jésus, je vous aime! Jésus, je n’appartiens qu’à vous! Je suis votre victime, la victime de l’Eucharistie, la petite lampe de vos tabernacles! [5] O Jésus, je veux être victime pour les prêtres, les  pécheurs, ma famille; victime par amour pour vous, pour votre très sainte Passion, pour les douleurs de la Maman chérie, pour votre Cœur, pour votre sainte Volonté; victime pour le monde entier! Victime pour la paix, victime pour la consécration du monde à la Maman du ciel!"
5-3-Choix d'Alexandrina
Nous avons vu plus haut comment Alexandrina s'était offerte à Dieu, comment elle avait accepté d'être victime de l'Amour de Jésus et de son Cœur, victime pour les prêtres, pour les pécheurs, de la sainte Volonté de Dieu... On pourrait penser qu'Alexandrina était allée jusqu'au bout de son offrande. Mais Jésus allait lui demander encore plus. Le 28 juin 1939, comme le 20 janvier et le 13 juin, Alexandrina entendit Jésus renouveler sa prédiction concernant la menace de guerre qui pesait sur le monde. Alexandrina s’offrit comme victime pour la paix


Alexandrina a conscience de la pauvreté de son amour, et elle s'en ouvre à la Sainte Vierge. Ainsi, en 1934, elle suppliait déjà: "Ô ma Petite Maman du Ciel, j’ai toute confiance en Vous; je ne sais même pas Vous expliquer l’amour que j’ai pour Vous. Ô ma Mère, mon amour est grand, mais j’aimerais qu’il le soit encore davantage. Vous seule pouvez m’obtenir cette grâce et aussi beaucoup d’amour envers le Vôtre et mon aimé Jésus. Oui, augmentez-le beaucoup plus! Embrasez-moi dans les flammes du pur amour! Oui, oui, ma bonne Petite Maman!"
Alexandrina, comblée de consolations en 1934, peut alors s'adresser à Jésus:
 "J’aimerais être en votre présence jour et nuit, à toute heure, unie à vous, et ne plus jamais vous quitter, o Jésus abandonné dans les Tabernacles ! Pas un seul instant je ne voudrais m’en absenter; j’aimerais vous donner tout ce que je possède et qui vous appartient entièrement: mon cœur, mon corps, avec tout ce qu’il ressent. C’est là toute ma richesse."
En effet, nous dit Alexandrina: "À cette époque en 1934, Jésus m'apparaissait, et me parlait souvent. La consolation spirituelle était grande et les souffrances plus faciles à supporter. En toute chose je sentais de l'amour pour mon Jésus et je sentais qu'Il m'aimait, étant donné que je recevais abondance de tendresses. Je cherchais le silence. O comme je me sentais bien dans le recueillement et bien unie à Lui!... Jésus se confiait à moi. Il me disait des choses tristes, mais le réconfort et l'amour qu'Il me procurait, rendaient plus douces ses lamentations. Je passais des nuits et des nuits sans dormir, à converser avec Lui, dans la contemplation de ce qu'Il me montrait."
La confiance d'Alexandrina envers Marie est totale, et elle n'hésite pas à lui confier les intentions qui lui sont le plus chères. Ainsi, en mai 1936, elle prie:
"Petite Maman du ciel, je viens humblement à vos pieds pour déposer les fleurs spirituelles recueillies pendant le mois. Je suis confuse: quelle pauvreté! Dans quel état je vous les confie! Elles sont si fanées et si effeuillées! Mais vous, ô ma très chère Maman céleste, vous pouvez les transformer, les reverdir, les ravigoter, afin qu’avec elles, à ma place, vous puissiez apporter consolation et parfum à Jésus! Parlez-Lui de mes peines et de mes afflictions. Vous connaissez très bien la cause de mes tribulations. Faites-Lui, une fois encore avec moi, toutes mes demandes et envoyez, au nom de Jésus, je vous le demande, les pauvres fleurs à qui elles ont été destinées. Faites tout particulièrement qu’avec elles je confectionne un bouquet pour l’offrir au Saint-Père, en ce jour de son anniversaire." (Voir annexe 5)

Notre but, en commençant cette synthèse de la vie et des œuvres d'Alexandrina de Balasar, était de réaliser un rapide portrait d'une âme exceptionnelle. Nous avons cherché à montrer comment une personne seule, pauvre, sans grande formation tant intellectuelle que spirituelle, et de surcroît, gravement handicapée et atrocement douloureuse, avait pu accomplir une œuvre aussi difficile et complexe que celle que le Seigneur avait voulu lui confier. Nous avons vite découvert que la tâche était particulièrement redoutable: comment    dire l'indicible, exprimer l'inexprimable? Les secrets d'amour, surtout lorsqu'il s'agit des secrets d'amour entre Dieu et une âme choisie, font partie, en effet, des mystères  qu'aucun homme ne peut révéler parfaitement.
À mesure que nous avancions dans la découverte de l'âme d'Alexandrina, notre émerveillement allait croissant. Mais ce qui nous bouleversa d'abord le plus, ce fut son courage devant les souffrances qu'elle accepta par amour pour Jésus et pour le salut de très nombreuses âmes. Peu à peu, cependant, nous avons compris que ce que nous appelons souvent "les pires souffrances", peuvent, avec la grâce de Dieu, se transformer en joie, et même en bonheur; une joie et un bonheur qui ne sont plus de la terre, et que tous les vrais mystiques ont su découvrir et vivre.
Quand le lecteur aura terminé la lecture de cette synthèse, peut-être aura-t-il envie d'en savoir plus sur Alexandrina et sur ce qui la concerne. C'est pourquoi nous conseillons vivement au lecteur de se reporter d'abord à son "Journal"   et aux travaux importants qui ont été consacrés à sa vie et à sa spiritualité.
Dernière remarque:
Les deux directeurs spirituels qui ont accompagné Alexandrina nous ont laissé de nombreux témoignages sur elle. Pour qu'ils ne vous soient pas totalement inconnus, nous avons joint en annexe un bref résumé de leur vie.

ANNEXE 1

L'Hymne aux Tabernacles


Voici l'hymne aux Tabernacles que composa Alexandrina dès le début de a vie mystique :
Ô Jésus, je veux que chacune de mes douleurs, chaque battement de mon cœur, chacune de mes respirations, chaque seconde de ma vie, chaque minute, soient autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Je veux que chaque mouvement de mes pieds, de mes mains, de mes lèvres, de ma langue, chacune de mes larmes, chaque sourire, joie, tristesse, tribulation, distraction, contrariété ou ennui, soient autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Ô Jésus, je veux que chaque lettre des prières que je récite ou entends réciter, toutes les paroles que je prononce ou entends prononcer, que je lis ou entends lire, que j’écris ou vois écrire, que je chante ou entends chanter, soient autant d’actes d’amour pour vos Tabernacles.
Je veux que chaque baiser que je déposerai sur vos saintes images, celles de la vôtre et ma sainte Mère, celles de vos saints et saintes, soient autant d’actes d’amour pour vos Tabernacles.
Ô Jésus, je veux que chaque goutte de pluie qui tombe du ciel sur la terre, que toute l'eau des océans et tout ce qu'ils renferment, que toute l'eau des fleuves et des rivières, soient autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Je vous offre les feuilles de tous les arbres, et tous les fruits qui sur eux mûrissent; chaque pétale de toutes les fleurs; toutes les graines que contient le monde; tout ce qu'il y a dans les jardins, dans les champs, dans les vallées, sur les montagnes: tout cela je veux vous l'offrir comme autant d'actes d'amour pour vos tabernacles.
Ô Jésus, je vous offre les plumes des oiseaux et leurs gazouillements, les poils des animaux et leurs cris, comme autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Ô Jésus, je vous offre le jour et la nuit, la chaleur et le froid, le vent, la neige, la lune, le clair de lune, le soleil, les étoiles du firmament, mon sommeil et mes rêves, comme autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Je veux que chaque fois que j'ouvre ou ferme les yeux, ce soit autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Ô Jésus, je vous offre toutes les grandeurs, richesses et trésors du monde, tout ce qui se passe en moi, tout ce que j'ai l'habitude de vous offrir, comme autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
Ô Jésus, le ciel et la terre, l'océan et tout ce qu'ils contiennent, je vous les offre comme s'ils m'appartenaient et si je pouvais en disposer; acceptez-les comme autant d'actes d'amour pour vos Tabernacles.
On peut ajouter ici quelques confidences de Jésus à son épouse bien-aimée. Avec beaucoup de tendresse, le Seigneur lui dit en 1935 : "Ma fille, Je suis avec toi. Si tu savais combien Je t'aime, tu mourrais de joie."
A compter du jour où elle s'est offerte comme victime, en 1933, Alexandrina a toujours récité cette petite prière :
"Ô Jésus, mettez sur mes lèvres un sourire trompeur, afin que je puisse cacher aux autres le martyr de mon âme; il suffit que Vous seul connaissiez ma souffrance."

ANNEXE 2

"JE SUIS SATAN ET JE TE HAIS"


Les infestations diaboliques

Pendant deux ans, 1937 et 1938, le Seigneur a permis que le démon tourmentât Alexandrina avec une certaine liberté.
"Il y eut des jours, déclara Alexandrina, pendant lesquels le démon me tentait à tel point que j'avais la sensation que tout l'enfer était tombé sur moi."
Voici quelques extraits des lettres destinées à son directeur, le Père Mariano Pinho.
"Le démon me suggérait de me suicider; il me disait que pour ce faire, il me fournirait un moyen indolore et facile; que je souffrais inutilement, sans espoir de recevoir la moindre récompense; que le Seigneur ne m'aimait pas tout à fait; que vous (le directeur spirituel) ne croyiez rien de ce que je vous écrivais; que les choses que je ressentais en moi quand le Seigneur me parlait n'étaient rien d'autre qu'un reflet du temps et de ma maladie.
Ce fut en juillet 1937 que le boiteux [6], non content de tourmenter ma conscience et de me dire des choses obscènes, a commencé à me jeter en bas du lit, aussi bien la nuit qu'à n'importe quelle heure de la journée. Au début, je l'ai caché aux personnes de la maison, excepté à ma sœur. Par la suite, le mal augmentant, j'ai dû informer ma mère et la jeune fille que nous avions à la maison. Toutes deux, pendant les attaques démoniaques, se sont proposées pour chanter, afin que les gens, passant dans la rue, ne puissent pas entendre ce qui se passait à l'intérieur."
Les personnes présentes confirmèrent ces faits au Père Umberto lors de l'instruction du procès, en vue de la béatification.
"Ceux qui regardaient mes blessures après ces chutes, continue Alexandrina, restaient attristés, mais ils ne pouvaient en aucun cas se faire la moindre idée de ce qui en était la cause. Les jours passaient et moi, j'allais de mal en pis. Deolinda a été obligée de dormir sur un matelas posé à même le plancher, à côté de mon lit. Une nuit, le démon me lança avec force contre le mur en survolant la couchette de ma sœur. Deolinda se leva, me saisit avec force et, sévèrement m'ordonna: 'Vite, au lit!" et me coucha. Mais, au même moment, avec une rapidité que je ne saurais expliquer, je me suis relevée et un sifflement très aigu est sorti de ma bouche. Comprenant immédiatement le mal occasionné, j'ai commencé à pleurer, m'exclamant : 'Pauvre de moi, qu'est-ce que j'ai encore fait là ?'
Deolinda me tranquillisa en disant : 'Ne t'affliges pas, ce n'était pas toi !' Mais la nuit suivante, il est arrivé la même chose et, quand ma sœur a voulu me remettre au lit, j'ai crié : 'Je ne veux pas!' et je l'ai repoussée. Combien j'ai pleuré quand je suis revenue à moi !
Une nuit pendant laquelle le démon me ballottait dans les quatre coins de la chambre, sans que ma sœur réussisse à me retenir, des scrupules m'envahirent, me faisant croire que je ne pourrais recevoir la Communion sans avant m'être confessée. Ce fut là l'une des épreuves les plus douloureuses et, elle s'est répétée plusieurs fois d'une manière assez furieuse : sur mon corps restaient visibles les signes violents des blessures, et les traces de sang des morsures.
J'aurais aimé que plusieurs personnes puissent assister à ces scènes afin qu'elles soient convaincues de l'existence de l'enfer et n'aient plus envie d'offenser le Seigneur. Uniquement pour cela, je l'aurais voulu. Si je ne vous en raconte pas d'avantage, c'est que mon âme ne tient pas au souvenir de ces souffrances."

Que la volonté de Dieu soit faite!

Le Père Mariano, lui aussi, témoigne :
"Depuis longtemps le démon tourmentait Alexandrina, de plusieurs manières, mais ne l'avait jamais touchée. Par la suite, toutefois, après avoir menacé qu'il la ruinerait, il est arrivé à des excès effrayants.
Il n'y avait presque plus aucun moment dans la journée, où Alexandrina ne se sache poursuivie par lui, tout particulièrement de midi à quinze heures. Ensuite, pendant la nuit, à partir de vingt et une heures. Pendant ces deux attaques quotidiennes, il ne s'agissait pas seulement d'infestations diaboliques, mais aussi de vraie possession.
Quelquefois j'étais présent, affirme le Père Pinho. Par exemple, le 17 octobre 1937. Durant cette lutte, elle, paralysée et sans force (elle ne pesait alors que 33 kilos!), essayait violemment de se jeter contre les ferrailles du lit, de se mordre; quatre personnes ne réussissaient pas à l'immobiliser complètement.
Ainsi il arriva que, ce 17 octobre 1937, le démon lui fît dire des blasphèmes et des paroles obscènes, dont elle-même ignorait la signification, comme elle me le déclara ensuite. Pendant l'un de ces moments épouvantables, j'ai interrogé, en latin, le démon, lui demandant de me dire qui il était. Il me répondit immédiatement et sans hésitation: 'Je suis Satan et je te haïs.'
Pour plus d'assurance, j'ai changé la phrase, mais toujours en latin; la réponse, immédiate, fut celle-ci: 'C'est moi, c'est moi, n'en doute pas'.
Je me souviens d'avoir alors célébré la Messe dans la chambre, mettant en avant comme première intention, la libération d'Alexandrina de tant de tourments, sans en avoir parlé, toutefois, à la malade. À la fin de la Messe, je me suis approché d'Alexandrina qui, sans autre préambule me déclara:
Le Seigneur m'a dit qu'Il ne peut vous accorder ce que vous lui avez demandé, car Il a besoin de ma souffrance pour aider les pécheurs. Alors je lui ai demandé:
– Mais qu'est-ce que j'ai demandé au Seigneur ?
Et elle de me répondre:
 Qu'Il me libère de ces attaques du démon.
– Vous ne voulez donc pas que je demande cette grâce et que le Seigneur vous donne une autre souffrance, qui remplacerait celle-ci?
– Non, mon Père, priez plutôt pour que partout, la volonté de Dieu soit faite."
"Les ténèbres tombaient sur moi"
Quelquefois, l'effort physique que faisait Alexandrina, pour réagir et éloigner d'elle certaines images et scènes abominables, était si grand qu'elle se glissait sous les oreillers; les familiers devaient alors la remettre en place. D'autres fois, c'était un ange, spécialement pendant la nuit, lorsque Deolinda était absente, qui remplissait cet office.
A partir de 1945, Satan eut recours à d'autres persécutions; par contre, il ne fut plus autorisé à la toucher. Ainsi, un après-midi, les personnes de la famille s'aperçurent que le lit d'Alexandrina était entouré d'une fumée épaisse et nauséabonde.
Le Père Umberto, témoin de ces assauts et apitoyé par l'état de la malade, délégua à Deolinda le pouvoir d'ordonner en son nom au démon de s'éloigner, en utilisant de l'eau bénite. Très souvent Alexandrina, sans qu'elle s'en rendit compte, fut ainsi libérée à l'instant même.
Malgré son poids, le lit d'Alexandrina subissait de fortes et formidables secousses. À ceux qui lui demandaient une explication, Alexandrina répondait par un sourire rassurant. Pourtant Alexandrina avouera un jour:
"Plus le Seigneur augmentait sur moi ses grâces et ses faveurs, plus les doutes et les craintes de me tromper et de tromper mon Directeur spirituel, ainsi que ceux qui vivaient autour de moi, augmentaient elles aussi. Mon martyre n'en était que plus grand. J'avais l'impression que tout était faux et inventé par moi. Mon Dieu, quel déchirement pour mon cœur! Les ténèbres tombaient sur moi: il n'y avait personne pour me montrer le chemin."
Toutes ces manifestations: ténèbres, odeurs de souffre brûlé, fumées nauséabondes, qui entouraient le lit, étaient les signes de la fureur satanique qui s'acharnait sur elle.
ANNEXE 3
La mort d'Alexandrina

“Je vais au ciel...”
Le 7 janvier 1955 Jésus, qui l’avait maintenue en vie de façon extraordinaire, lui murmura: "Il n’y a plus de souffrances à inventer pour toi." Puis, Il l’avertit:
– Ma fille, c’est ton année. Aie confiance en Moi. Je ne manque jamais à ce que Je promets. Mes promesses de Seigneur suprême et omnipotent sont tout près de se réaliser. Ta mission sur la terre se terminera bientôt: aie confiance. Le ciel est à toi. Là-haut tu continueras ta mission.
Le 25 mars, fête de l’Annonciation, Il rappelle: "Il ne reste plus guère de temps pour que tu arrives au sommet. Tu diras ton Consummatum est et tu t’envoleras vers le ciel."
Au mois d’avril, Jésus lui parla encore “de la dernière phase de sa vie” et lui révéla qu’"elle ne pourrait être davantage douloureuse..."Mais Il ajouta: "Ton ciel est tout proche." Le 13 mai ce fut l'exhortation: "En avant, courage ! Accroche-toi à Moi, ma fille. Viens, Je suis ton Jésus."
Enfin, le 26 août 1955 Jésus lui révéla:
"Mes colloques avec toi seront comme une rencontre entre amis qui se rappellent leur ancienne amitié. Ta lente disparition commence." Le 2 septembre, lors de la dernière et très brève extase, Jésus se fit consolateur: "Ne m’as tu pas dit si souvent que tu voulais te consumer et disparaître dans mon Cœur? Courage, courage! J’ai pris à la lettre tout ce que tu me disais."
Deux vendredis de suite, au mois de septembre, le prêtre étant absent de la paroisse, Alexandrina reçut la Communion de la main des anges. La première fois ce furent trois anges qui la lui portèrent; la deuxième fois, ils étaient une multitude. Délicatesses divines.
“Je me suis consumée pour les âmes...”
Le 2 octobre 1955, Alexandrina se tourna tout à coup vers Deolinda et lui dit: "Aujourd’hui c’est la fête des Anges. Ce matin j’ai senti que l’un deux me touchait l’épaule, et en même temps, j’ai entendu ces paroles: 'Qui chantera avec les anges. Toi... toi... toi... Bientôt, bientôt'."
Le 12 octobre à deux heures, alors que Deolinda lui remettait en ordre le lit, Alexandrina lui demanda d’appeler son confesseur, le Père Alberto Gomes, pour le remercier et obtenir son autorisation pour faire un acte de total renoncement. À sept heures, elle reçut la Communion des mains de Monseigneur Mendes do Carmo, du diocèse de Guarda, qui célébrait dans sa chambre.
Jésus dit à Alexandrina: "Viens au ciel, viens au ciel!"
À quinze heures, le Curé, le confesseur, Monseigneur Mendes do Carmo, le docteur Manuel Augusto Dias de Azevedo et tous les membres de la famille entrèrent dans la chambre et s’agenouillèrent tous. Alexandrina récita une dernière fois:
"Ô Jésus Amour, ô divin Époux de mon âme, je veux, à l’heure de ma mort, vous faire un acte de renoncement à tout et à tous."
Et tout aussitôt elle ajouta: "Mon Dieu, comme je vous ai toujours consacré ma vie, je vous offre aussi ma fin dernière, en acceptant avec résignation la mort et toutes les circonstances qui Vous procureront la plus grande gloire."
Puis, d’une voix claire, elle demanda pardon à tous ceux qui étaient là, elle les remercia et promis de se souvenir de chacun d'eux, au ciel. Le Curé lui administra l’Extrême-onction. Par trois fois le visage d’Alexandrina s’éclaira d’un sourire et son regard semblait rempli de joie. Se tournant vers les personnes présentes qu’elle voyait en pleurs, elle dit: "Ne pleurez pas, car je vais au ciel."
Puis elle murmura avec peine:
– Ô Jésus, je ne peux plus rester sur la terre... J’ai tant souffert, en cette vie, pour les âmes. Je me suis pressée, je me suis consumée sur ce lit, jusqu’à donner mon sang pour les âmes... Ô Jésus, pardonnez au monde entier!... Je me sens si heureuse d’aller au ciel."
Son regard très doux était transfiguré par un lumineux sourire. Le médecin traitant s’approcha d’elle, avant de la quitter. Alexandrina lui parla: "Docteur, comme vous aviez raison. Quelle lumière! Les ténèbres sont disparues. Tout a disparu... Que de lumière..."
C’était la nuit du 12 au 13 octobre 1955, une nuit d’agonie.
A l’aube, Alexandrina demanda à Deolinda de lui faire baiser le Crucifix et la médaille de Notre-Dame des Douleurs. Un doux sourire effleura ses lèvres. À huit heures elle communia pour la dernière fois.
Durant la matinée beaucoup de personnes vinrent la visiter. À un groupe de personnes, elle recommanda: "Ne péchez pas. Le monde ne vaut rien. Communiez fréquemment. Récitez le Rosaire tous les jours. Adieu, nous nous reverrons au ciel."
Vers onze heures, Alexandrina se tourna vers le médecin traitant et lui dit avec joie: "Le moment approche!" À 11h25   elle dit: "Je suis heureuse, car je vais au ciel."
Le médecin lui recommanda: "N’oubliez pas... priez beaucoup pour nous..." Alexandrina fit un signe d’acquiescement. Vers 19h30, Deolinda lui dit tout bas: "Oui, au ciel, mais pas tout de suite..." Alexandrina poussa un soupir et murmura tout bas:
"Oui, au ciel... tout de suite... maintenant!"
À vingt heures elle embrassa très longuement la Crucifix. Vingt neuf minutes après, sans le moindre tremblement, sans le moindre sursaut, elle expira.
C’était un jeudi, “son jour de prédilection”, le 13 octobre, le jour anniversaire de la dernière apparition de Marie à Fatima.
ANNEXE 4
La “lampe” des tabernacles

Une prière d'Alexandrina

Ô mon Jésus, je m’unis spirituellement à toutes les Hosties de la terre, dans tous les lieux où vous habitez au Saint-Sacrement; je veux y passer tous les moments de ma vie, constamment, de jour comme de nuit, joyeuse ou triste, seule ou accompagnée, à vous consoler toujours, à vous adorer, à vous aimer, à vous louer, à vous glorifier!
Ô mon Jésus, je voudrais que tant d’actes d’amour tombent sur vous, constamment, de jour comme de nuit, comme la pluie fine qui tombe du ciel pendant une journée d’hiver. Je ne voudrais pas ces actes d’amour uniquement de moi, mais de tous les cœurs, de toutes les créatures du monde entier. Oh! Comme je voudrais aimer et vous voir aimé de tous! Vous voyez, ô Jésus, mes désirs: acceptez-les comme si déjà je Vous aimais!
Ô Jésus, qu’il n'y ait dans le monde un seul lieu où vous demeurez au Saint-Sacrement, sans qu’aujourd’hui et pour toujours, à chaque instant de ma vie, je n’y sois pour Vous dire: “Jésus, je vous aime! Jésus, je n’appartiens qu’à vous! Je suis votre victime, la victime de l’Eucharistie, la petite lampe de vos tabernacles!" 
ANNEXE 5

Alexandrina, Jésus et la Vierge Marie


Alexandrina associait généralement Jésus et Marie, dans sa prière. Les Fleurettes de 1935 en sont un bel exemple. Dans ces invocations, Alexandrina demande un véritable amour envers la très sainte Maman et Jésus au Saint-Sacrement. Pour cela, et pour répondre à toutes les intentions qui lui sont confiées, elle est prête à accepter toutes les souffrances qui lui seront présentées. Voici quelques-unes de ces fleurettes:
Par amour pour Jésus et Marie, je souffrirai pour tous les prêtres. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour quelques pécheurs qui m’ont été ardemment recommandés. Par amour de Marie et de Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour tous les pécheurs du monde. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour obtenir un amour fou envers la Maman du ciel... Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour mon directeur spirituel...
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour obtenir un amour ardent pour mon Jésus au Saint-Sacrement et qu’il soit aimé par tous au Saint-Sacrement...
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai sans me plaindre. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout ce qui est de la volonté de Dieu, je souffrirai tout à la mémoire de la Passion du Seigneur.
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour ma mère. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour le Saint-Père et pour les besoins de l’Église. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout en l’honneur des douleurs de la Maman céleste...
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je leur donne mon corps comme victime et je renouvelle le vœu de virginité. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour obtenir de ne penser qu’au Jésus et Marie. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour obtenir de vivre dans une grande intimité avec mon Ange Gardien.
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, j’observerai le silence. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour obtenir l’amour de la très Sainte-Trinité. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai afin de tout obtenir du Seigneur et pour être sainte. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je renouvellerai le vœu de tout offrir pour les âmes du Purgatoire.
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai pour la conversion et pour tous les besoins de ma famille. Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour les pécheurs qui sont tout près d’être présentés devant Dieu.
Par amour pour Marie et Jésus au Saint-Sacrement, je souffrirai tout pour obtenir l’amour de tous les saints et saintes.
À tant d'amour, Marie répondit:
Ma petite fille, enfant de prédilection de Jésus, viens! Je suis la Mère du Rosaire, je suis la Mère du Carmel. Cachée dans mon sein, serrée contre mon Cœur, reçois dans tes mains le Rosaire qui pend des miennes. Sur le Rosaire, je place le Scapulaire.
ANNEXE 6
L'eucharistie

Quand Jésus demanda à Alexandrina: "Sois ma victime!" Il lui expliqua en même temps de quelle façon l'Eucharistie perpétuait sa Passion, et comment une âme, en union avec l'Eucharistie, pouvait souffrir pour le salut des pécheurs:
Va, mon épouse fidèle, va de tout ton cœur et par ta réparation guérir les plaies qui Me sont constamment ouvertes par les péchés. Ces douleurs sont davantage horribles que celles du Calvaire. Combien de clous, combien de couronnes d'épines, combien de coups de lance! Va, va passer une partie de la nuit auprès de Mes Tabernacles, avec beaucoup d'amour et de ferveur. Je suis avec toi, dans le tabernacle de ton cœur et toi, tu seras dans Mes Tabernacles du monde entier.
Jésus expliqua la valeur de la souffrance acceptée par amour. Ses mots peuvent nous paraître durs, à nous, hommes du XXIe siècle... Pourtant, prononcés dans la première partie du XXe siècle, ils semblent nous concerner directement. Jésus parle:
Ma fille, la souffrance est la clef du ciel. Combien J'ai souffert pour ouvrir le ciel à l'humanité; mais hélas, pour beaucoup inutilement. Ils disent: 'Je veux jouir, je ne suis venu au monde que pour le plaisir.' D'autres clament: 'Il n'y a pas d'enfer!'. Je suis pourtant mort pour eux et ils disent que personne ne M'y a obligé, ou alors ils tissent contre Moi des hérésies et profèrent des blasphèmes. Pour les sauver, Je choisis certaines âmes, Je dépose sur elles la croix et me propose de les aider. Heureuse l'âme qui comprend la valeur de la souffrance! Ma croix est suave, quand elle est portée avec amour.
En divers colloques Jésus lui demanda:
Ne Me refuse aucune souffrance, aucun sacrifice. Si tu M'aimes, si tu M'appartiens entièrement, ne Me refuse pas ce que Je te demande: sois Ma victime.
Et Jésus stimulait Alexandrina à s'offrir, tout en précisant:
Tout ce que Mes adorateurs Me demandent dans l'Eucharistie sera accordé, puisque l'Eucharistie est le remède à tous les maux. Prie pour les malheureux pécheurs, car ils ne se souviennent plus qu'ils ont une âme à sauver et qu'une éternité les attend dans peu de temps.
ANNEXE 7
Qui était le Père Mariano Pinho (Jésuite)
(1894-1963)

Le Père Mariano Pinho naquit à Porto, le 16 janvier 1894. Il entra à la Compagnie de Jésus le 7 décembre 1910. Jeune jésuite, il fut d'abord envoyé au Collège António Vieira, à Bahia, au Brésil, où il fonda la revue "Légionnaire des Missions".
Après un bref passage au Portugal en 1923, il repartit aussitôt à Innsbruck, en Autriche pour étudier la théologie. Il suivit ensuite les cours de l’Université de Comillas, en Espagne, où il obtint son doctorat.
De retour dans sa patrie, il devint un promoteur infatigable de plusieurs Congrégations Mariales et de la Croisade Eucharistique.
Le Père Mariano Pinho rencontra  Alexandrina Maria da Costa, en 1931, et devint son directeur spirituel dès 1932. Le Seigneur dit alors à Alexandrina: "Obéit en toute chose à ton Père spirituel. Ce n'est pas toi qui l’as choisi; c’est Moi qui te l’ai envoyé." Le Père Mariano exerça cette charge jusqu’en 1942. Il collabora étroitement avec Alexandrina, sa dirigée, qui avait reçu la mission de demander au Pape la Consécration du monde au Cœur de Marie.
Lorsque, en 1938, le Père Pinho prêcha la Retraite de l’Épiscopat Portugais, il suggéra aux évêques d'adresser au Saint-Père une supplique collective pour demander cette consécration. Par ailleurs, il envoyait deux lettres, sur le même sujet, au Secrétaire du Pape, le Cardinal Eugène Pacelli. Ce dernier, élu pape le 2 août 1939, prit le nom de Pie XII. Quelques jours plus tard le Seigneur confiait à Alexandrina: "Ce sera ce Pape qui fera la consécration."
Le monde entier appartenait déjà au Sacré-Cœur de Jésus; le monde entier allait bientôt appartenir au Cœur Immaculé de Marie. En effet, le 31 octobre 1942Pie XII, s’adressant au peuple portugais et dans leur langue, fit la consécration du monde au Cœur Immaculé de Marie, consécration qu’il renouvela à Rome, le 8 décembre suivant, en la Basilique Saint-Pierre.
Alexandrina et le Père Pinho auraient dû se réjouir... Malheureusement, suite à une série de calomnies et d’informations tendancieuses, dès le 1er octobre 1942, le Père Mariano Pinho recevait, de son Supérieur, l’ordre formel de cesser toute relation avec Alexandrina, "directe ou indirecte, personnelle ou écrite".
Pour le punir –mais de quoi?- on l'envoya dans un Séminaire mineur de la Compagnie de Jésus. Bien plus tard, son supérieur, écrivant au Saint-Siège, déclarait: "Il souffrit, comme les saints, les pires calomnies et tribulations, sans une lamentation et sans briser sa joie spirituelle." Le Cardinal Dom Manuel Gonçalves Cerejeira à son tour témoigna, en disant de lui: "C’était un saint!"
Plus tard il retourna au Brésil, où il poursuivit son activité spirituelle. Il décéda à Recife le 11 juillet 1963.
ANNEXE 8
Le Père Umberto Maria PASQUALE (Salésien)
(1906-1985)


Don Umberto Pasquale naquit le 1er septembre 1906 à Vignole Borbera, en Italie. Accueilli à Valdocco (Turin) en 1919, il  fréquenta pendant deux ans le gymnase des salésiens. Malgré de sérieuses résistances paternelles, il réussit à entrer au séminaire de Stazzano. Après sa troisième année de théologie il revint chez les Salésiens.
Umberto, novice à Borgomanero, aurait voulu aller dans une léproserie en Columbie. Mais ses Supérieurs l'envoyèrent d'abord au Portugal... Ce séjour, -provisoire- dura 15 ans. Après son ordination sacerdotale, à Lisbonne, en 1935, on lui demanda d'ouvrir, en 1937, la Maison salésienne de Mogofores qui fut érigée en noviciat. Il s'occupa également de multiples œuvres et plus particulièrement des Éditions Salésiennes qui, en 1945, déménagèrent à Porto. Rappelé en Italie en 1948, Le Père Umberto fut affecté au Centre Catéchétique Leumann,  à Turin.
En 1942, le Père Umberto devint le nouveau directeur spirituel d'Alexandrina de Balasar. C'est lui qui imposa à sa dirigée la rédaction de son Journal, ce qu'elle fit avec répugnance, mais en esprit d'obéissance...
Après son retour en Italie, le Père Umberto Maria Pasquale continua à recevoir le Journal d'Alexandrina[7]. Il devint plus tard son principal biographe.
En 1965, le Père Umberto fut appelé à Balasar pour préparer le Procès Informatif Diocésain, dans lequel il fut l’un des principaux témoins. Le 7 mai 1973 il portait toute la documentation à Rome.
Il mourut à Rivoli (Turin) le 5 Mars 1985.
Paulette Leblanc
2005
Note importante
La plupart des documents qui nous ont permis la rédaction de cette synthèse sur Alexandrina Maria da Costa de Balasar, proviennent du site Internet:http://alexandrina.balasar.free.fr/alexandrina.htm
Pour toute demande de renseignements, pour tout témoignage ou toute suggestion, veuillez adresser vos courriers à:

[1] Vers le mois de novembre 1940, une bienfaitrice de Lisbonne, Fernanda dos Santos, offrit la somme dégageant la maison de l'hypothèque. Le terrain ne fut libéré qu'en 1941.
[2] Pendant un an, le Père Mariano Pinho demeura très hésitant, ce qui fut la cause de doutes et d’indicibles souffrances pour Alexandrina.
[3] Le Père Pinho ne désirait pas qu'elle parle de ces choses, et il lui avait recommandé une stricte obéissance. Mais après cette lettre, le père Mariano demanda à Deolinda d'observer soigneusement tout ce qui se passerait, d'en prendre note, de l'informer, et de servir de secrétaire à Alexandrina pour tout ce qu'elle aurait besoin d'écrire.
[4] Dans une lettre du 7 avril 1934, au Père Mariano Pinho, Alexandrina  expliquait:“... il m’est impossible de tenir la plume, même pour à peine quelques instants... On ne m'a jamais gratté les os, mais j’ai l’impression que cela doit produire le même effet...”
[6] Le démon, que d'autres ont surnommé «quéquet» et de bien d'autres sobriquets...  
[7] Ici se terminent les fragments que l’on peut trouver dans le livre " Cristo Gesù in Alexandrina".source